Cross. Ne riparliamo?

Cross. Ne riparliamo?

22 Marzo, 2023
Foto FIDAL/Francesca Grana

Dopo l’abbuffata di maratone, Roma e Barcellona tanto per fare un esempio e la Stramilano trattate già in questi giorni, vorrei spostare l’attenzione per l’ultima volta nel corso della stagione sulla corsa campestre. Di corsa che attraversa i campi che ha trovato in uno splendido scenario, come quello di Gubbio, in Umbria, una decina di giorni fa, denominata “Festa del cross”.

Che sia una celebrazione lo si capiva dal numero di partecipanti che coprivano tutte le categorie. C’è un “però”, che so per certo il sottoscritto abbia trattato in passato più volte, ovvero la non brillante idea di unire “societari” e “assoluti” in un’unica gara. La novità partita anni fa, all’epoca Alfio Giomi presidente in sella per nove anni che con il cross, non si offenda l’ex dirigente, aveva poco a che fare. Un corpo estraneo o quasi. Non è facile ritornare all’antico, occorre trovare due date, due società disposte ad accollarsi l’organizzazione e via dicendo. Chi scrive, sperava che con l’avvento di Stefano Mei, che l’ha corsa campestre l’ha praticata e con qualche successo (molte presenze in nazionale nell’allora celeberrimo “Cross delle Nazioni”), potesse cambiare qualcosa. Per ora non è avvenuto.

Sarà bene ricordare che dopo l’exploit di Venaria Reale (Europei) allestiti alla grande, con molti successi in chiave azzurra, ci si è accorti che nel mondo della campestre molto è cambiato. La Spagna, resta indiscutibilmente la mecca del cross di Europa, ha anticipato tutto a novembre e il campionato del mondo è stato organizzato in Australia a febbraio. Il prossimo anno il mondiale nella confinante Slovenia (Medulin/Pola) è anticipato all’11 febbraio. A questo punto allestire il cross nostrano a metà marzo pare un anacronismo. Aggiungo se qualcuno per caso non avesse visto la gara umbra dominata dalle donne dalla nostra regina Nadia Battocletti, tra gli uomini un ordine d’arrivo che vede il campione italiano Fontana Granotto al quarto posto, staccato di una ventina di secondi dal vincitore, onestamente non è stata una grande soddisfazione. Teniamo presente che mamma Rai ha trasmesso in diretta l’avvenimento e, forse, qualcuno dei non addetti ai lavori, forse, avrebbe fatto fatica a capire la differenza tra “societari” e “assoluti”. O no?


Ieri 21 marzo, primo giorno di primavera, sono 10 anni che è mancato Pietro Mennea. Il suo sorriso stentato, le sue volate che trasmette ora la tv, non è ricordo sbiadito, Pietro è ancora primatista europeo dei 200. Da lassù mi informano i “cherubini” che è piuttosto felice di come sta andando la velocità azzurra, ha però aggiunto: “un posto in staffetta ci sarebbe anche per me?”