Tre donne di diversa età ed esperienza stanno dedicando questo 2018 a preparare una maratona d’autunno. Le allena Julia Jones, che su ogni numero di Correre ne racconta progressi e difficoltà con l’aiuto di Maria Comotti. Chi già segue queste pagine sa che per le tre protagoniste del progetto 2018 di “Correre al femminile” il lavoro di avvicinamento all’obiettivo maratona procede a gonfie vele. Tra nuovi esercizi, mezze maratone già affrontate e altre in programma, su Correre di maggio si soffermano sulla necessità di acquisire un ritmo corretto, anche per evitare acciacchi e fastidi.
“Se volete imparare qualcosa sullo stile di corsa – scrive Julia Jones -, mettetevi al 40° chilometro di una maratona. Fate passare i primi, che sicuramente correranno con una certa fluidità. Concentratevi sugli atleti con i tempi d’arrivo dalla terza alla quinta ora. Chi corre a 4’15”/km deve essere in grado di utilizzare i piedi, afferrando il terreno e spingendoli indietro. Se scattate una foto ai primi mentre vi passano davanti, sembrano quasi in volo. Sono di varie stature, tutti asciutti. Già un quarto d’ora dopo si comincia a intravedere qualche maratoneta leggermente appesantito e più lento. Con il passare del tempo e la velocità che diminuisce, i piccoli e grandi difetti cominciano a essere evidenti. Oscillazioni verticali con grande dispendio di energia, posture non perfette, il corpo di ogni runner che cerca di compensare con un ritmo diverso di passo, di spinta, di velocità. A un certo punto, intorno alla quarta ora di gara, ci sarà un ulteriore cambiamento evidente nello stile della corsa. Gli atleti smetteranno di usare i piedi per darsi la spinta, affidandosi perlopiù al sostegno dei quadricipiti. Per velocizzare il passo proveranno ad allungarlo, portando piede e gamba molto in avanti. Aumenterà l’ampiezza della falcata, ma diminuirà la frequenza. È una soluzione che aumenta lo stress sui fianchi e sulle ginocchia, un modo inefficiente di correre, perché affatica rapidamente i muscoli.”
Dopo l’analisi, ecco i rimedi
Cinzia Mattarozzi, la cinquantenne del trio (nella foto), ha sofferto nell’ultimo mese di un fastidio ai fianchi, che già si era fatto vivo al 30° chilometro della maratona di Atene dell’autunno 2017. Dall’analisi della sua corsa è apparso subito evidente dove fosse il problema: una corsa leggermente seduta, con poco uso dei piedi. Da qui è cominciato un programma per l’attivazione dei piedi, con anche una serie di esercizi per aiutarla ad aumentare la frequenza del passo. Il test di resistenza, fatto contemporaneamente, ha evidenziato la presenza di un buon motore, confermando le prestazioni nelle sue mezze maratone. Mentre Cinzia imparava i nuovi esercizi e acquisiva un diverso ritmo, è stato ridotto leggermente il suo chilometraggio settimanale.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Questione di stile” di Julia Jones e Maria Comotti, pubblicato su Correre n. 403, maggio 2018 (in edicola da lunedì 30 aprile), alle pagine 24-28.