Il sorriso di Sabrina Galimberti riempie di luce la copertina di Correre di maggio, un mese in cui la luce stessa invade la scena del running in giornate sempre più lunghe, luminose, appunto, e profumate.
Dovrebbe essere questo il tempo di una corsa di più facile approccio, di tempi di allenamento e distanze gara più brevi, dove di lungo ci sia solo il tempo del “dopo corsa”, da consumare al bar del campo o alla baracchina delle bibite e dei panini che si affaccia sul parco, tardando di un po’ il ritorno a casa. Così è, in effetti, e a prima vista può apparire strano che anche nel numero di Correre di maggio, pubblicato proprio in questo periodo di corsa facile, una delle parole più usate di tutte le 196 pagine sia “maratona”. Ma la “maratona” di cui trattano Lorenzo Falco e Julia Jones nelle pagine di allenamento di Correre di maggio, è quella più importante di tutte: la maratona come “progetto”.
Il tempo delle decisioni
È questo, infatti, il periodo in cui gli amici che si allenano insieme cominciano a riunirsi per decidere dove andare a sfogare la propria voglia di 42,195 km dopo l’estate, decisione da cui dipende l’organizzazione della corsa in tutti i prossimi mesi, da sfruttare per rigenerare il proprio motore riportandolo alla migliore efficienza e freschezza di condizione prima di cominciare la preparazione per la maratona, che “leggera”, sia detto onestamente, non è mai, sia dal punto di vista della quantità delle sedute settimanali che è meglio sostenere, sia dal punto di vista dei tanti chilometri che è prudente, alla fine, aver percorso.
La corsa come sogno
Ed è una decisione che deve tenere conto anche delle esigenze degli amici non maratoneti al seguito, perché sempre più spesso, nelle comitive che si spostano per un appuntamento importante, sono più quelli che accompagnano il maratoneta che i maratoneti strettamente intesi. Perché questo, ormai, è uno dei principali elementi di “valore aggiunto” del tanto vituperato mondo della maratona italiana: l’elemento “progetto”, di solito tradotto nel concetto di “viaggio”, che diluisce la routine della seduta di tutti i giorni nella dimensione del sogno, meglio se dentro la felicità dello stare insieme.