La scala di Borg, per misurare quanto ci costa un allenamento

La scala di Borg, per misurare quanto ci costa un allenamento

02 Maggio, 2018
Foto: Francesca Grana

I lettori di Correre di maggio hanno sotto gli occhi anche un servizio dedicato a come si allenano i top runner (alle pagine 74-78), ricavato da un’intervista tecnica di Francesca Grana a Vittorio Di Saverio e corredato dal diario di allenamento di due top runner seguiti dal responsabile del mezzofondo delle Fiamme Gialle: Yassin Bouih e Margherita Magnani. Nella preparazione invernale di Margherita Magnani i singoli allenamenti vengono classificati con un punteggio in decimi. Abbiamo poi scoperto che si trattava di differenti punteggi a seconda dell’impegno richiesto all’atleta. Con quale criterio? In base alla cosiddetta “scala di Borg”, ci è stato risposto. Già, ma come è articolata la suddetta scala?

Lo abbiamo chiesto al nostro coach, Giorgio Rondelli, che in un altro articolo dello stesso numero ci spiega di cosa si tratta.

“La scala di Borg, dal nome del suo ideatore, lo svedese Gunnar Borg, risale agli anni ‘50 del secolo scorso – spiega . Il suo scopo era quello di introdurre in un piano di allenamento il concetto della percezione soggettiva dello sforzo. Con questa idea, il dottor Borg ideò la scala RPE (Rating of Perceived Extertion) per valutare la percezione soggettiva di uno sforzo in relazione all’entità dello sforzo stesso.

Frequenza cardiaca 

Borg scelse una serie di 15 numeri crescenti da 6 a 20 e li mise in relazione con i valori della frequenza cardiaca durante uno sforzo fisico. Come valore più basso della scala prese i 60 battiti al minuto, come valore più alto i 200 battiti. Perché la scala di Borg sia utile occorre però spiegare bene i vari punti della scala prima dell’inizio di ogni allenamento per poi farsi dare un giudizio il più oggettivo possibile alla fine di ogni seduta per determinare la sforzo compiuto. Svariate ricerche hanno evidenziato che la RPE dipende soprattutto dal lattato ematico prodotto durante lo sforzo e hanno ricordato che il lattato ematico è un sottoprodotto del metabolismo dei glucidi. È chiaro, poi, che lo stato di sofferenza generale e di affaticamento sia maggiore nel corso di un lavoro anaerobico rispetto a una seduta aerobica in cui le percentuali di lattato vengono smaltite rapidamente. Comunque sia, lo stato di sofferenza inizia a verificarsi tra i punteggi 13,14 e 15 della scala di Borg. Cioè durante un allenamento un po’ duro, pesante.

Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Rating of Perceived Extertion, alias la scala di Borg” di Giorgio Rondelli, pubblicato su Correre n. 403, maggio 2018 (in edicola da lunedì 30 aprile), alle pagine 96-97.

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