Potrebbe infatti essere causato dal muscolo tensore della fascia lata, che durante la corsa è usato nella fase di spinta.
In apertura di articolo il chirurgo ortopedico Luca De Ponti ci descrive il tensore della fascia lata: un muscolo accessorio della coscia che viene utilizzato nella fase di spinta dell’arto di carico durante la corsa e, con il suo stiramento, si oppone a un’eccessiva intra-rotazione del femore. Sue situazioni infiammatorie possono impedire o limitare l’allenamento, aggiunge l’esperto.
In caso di corsa a velocità elevata
Può infatti succedere che situazioni tendenti a esasperare l’intra-rotazione del femore, come la corsa in discesa ad alta velocità, l’esecuzione ripetuta di curve a stretto raggio o esercitazioni tecniche con repentini cambi di direzione possano inficiare delicati equilibri anatomici. Di qui l’infiammazione in corrispondenza dell’anca, non in sede articolare, ma più superficialmente in corrispondenza del grande trocantere, ovvero una sporgenza ossea del femore, di forma quadrangolare, palpabile sulla superficie laterale dell’anca, precisa il medico prima di addentrarsi in una spiegazione più approfondita di ruolo e conformazione del tensore della fascia lata.
Come valutare la situazione?
De Ponti passa a illustrare possibili esiti di un esame ecotomografico e radiografico, opportuni nell’ambito di un’indagine completa dell’articolazione dell’anca.
L’esame funzionale evidenzia di solito una negatività delle manovre di intra ed extra rotazione.
Lo stiramento muscolare all’estensione massima dell’arto intra-ruotato può in genere evocare dolore, di solito modesto, mentre l’associazione del gesto eccentrico tipico della corsa tende ad amplificarlo, prosegue De Ponti.
La cura e la ripresa delle attività
Nella parte conclusiva dell’articolo il chirurgo si sofferma sulle possibili cure farmacologiche e su attività alternative consigliate per portare alla ripresa delle attività, un momento delicato che va gestito con sensibilità e oculatezza.
“Una volta ritenuti pronti per la ripresa della corsa, meglio ricominciare su un tappeto erboso, dove il momento eccentrico viene in parte smorzato dalla tipologia della superficie di appoggio”, consiglia il nostro esperto prima di passare ai consigli conclusivi a proposito di chilometraggio, velocità e pendenze.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Dolore all’anca, non sempre è l’articolazione”, di Luca De Ponti, pubblicato su Correre n. 439, maggio 2021 (in edicola da inizio mese), alle pagine 98-99.