Luca De Ponti ci presenta una panoramica sull’attività podistica in presenza di una lesione del crociato anteriore. Quando è importante ricostruirlo e quando, invece, è possibile proseguire nell’attività, con le dovute attenzioni e compensazioni?
“La solidità del ginocchio è garantita dall’insieme che comprende i legamenti crociati e collaterali e dalla muscolatura, in particolare quella della coscia. Una lesione del crociato anteriore può determinare un’instabilità più o meno marcata del ginocchio. Ciò può dipendere dall’integrità delle altre strutture legamentose, dalla soggettività anatomica e dalle caratteristiche muscolari del singolo. C’è quindi un riscontro clinico valutabile dall’ortopedico, che può qualificare la tipologia dell’instabilità a prescindere dalla rottura del legamento crociato.”
“In relazione alla corsa praticata in modo sistematico, l’instabilità può collaborare a un invecchiamento precoce della stessa articolazione sollecitando e usurando anzitempo i menischi, le due cartilagini a forma di C presenti all’interno dell’articolazione; usurando le superfici cartilaginee di femore, tibia e rotula; creando una situazione infiammatoria con reazione sinoviale ed eccesso di liquido.”
De Ponti prosegue poi illustrando come controbilanciare l’insufficienza legamentosa, ovvero agendo a livello di potenziamento muscolare specifico, con esercizi di propriocezione o con un intervento chirurgico in artroscopia e relativo recupero graduale.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Correre senza legamento”, di Luca De Ponti, pubblicato su Correre n. 422, dicembre 2019 (in edicola a inizio mese), alle pagine 52-53.