A San Vittore Olona (MI) la magia del numero si è ripetuta anche questa volta. Il numero 6 era il pettorale di Paul Tanui, vincitore della gara maschile e lo stesso numero lo portava Faith Kypiegon, prima in campo femminile. Il numero 6 è divenuto una sorta di attrazione per gli organizzatori, non appena individuano il probabile vincitore, in altre parole il favorito, lo piazzano sul petto di questi e, incrociando le dita, attendono il responso finale. Questa volta hanno addirittura azzeccato entrambi i pronostici.
Allora partiamo dalle donne. Non per ragioni di cavalleria, ma per la classe che ha mostrato la vincitrice e per la caparbietà messa in mostra dalla seconda classificata, la britannica Gemma Steel. L’esile keniana, a suo agio sui continui saliscendi del tracciato della Cinque Mulini n. 82, ha messo subito alla frusta le due atlete di pelle bianca: la Steel e l’americanina Jennifer Simpson, nata Barringer. Quest’ultima ha addirittura vinto la gara degli autografi, grazie alla sua simpatia. È arrivata a San Vittore Olona mercoledì, ha visionato il percorso, il giorno dopo è andata a Cremona per vedere la mostra del celebre liutaio Stradivari! La Simpson ha retto la danza delle prime due classificate per meno di metà gara, poi ha faticato l’inverosimile, mostrando a ogni buon conto carattere, per la miler made in Usa che quest’anno ha in animo di migliorare il proprio primato personale nei 1.500 m (3’59”90). La campionessa del mondo di Daegu del 2011, nonché argento a Mosca lo scorso agosto, ha chiuso terza a 1’40” dalla keniana, che in Russia, nella stessa gara, è arrivata quinta, ma che vanta due titoli mondiali Juniores nel cross. Brava Valeria Roffino, quarta a soli 12” dalla Simpson. La prova maschile è stata la solita, brutto termine, ma non ne troviamo un altro per raccontare la sfida tra etiopi e keniani. Questa volta l’ha spuntata Paul Tanui, bronzo nei 10.000 m a Mosca nel 2013. Non un tipetto qualsiasi, uno che ha cercato di reggere i vari Farah e Jeilan. Contrariamente a quanto è accaduto in passato, l’uomo che è uscito per primo dal mulino Meraviglia, in questo frangente Alex Kibet, non è riuscito a spuntarla, si è classificato secondo. Tanui ha vinto con una volata lunga, una progressione fatale per gli avversari, tra l’altro i vari Lokomwa, keniano pure lui (terzo) e l’ugandese Kusuro (quarto) hanno dato una bella impronta alla gara, mentre Mukthar Edriss, primo nella passata edizione, si è accontentato del quinto posto lamentando problemi a un ginocchio. Primo degli italiani il giovane azzurro under 23, Michele Fontana, ottavo, che a lungo ha accarezzato il sogno di battere il campione europeo di Belgrado (dicembre 2013), lo spagnolo Alemayu Bezabeh. Il ragazzo di Lecco in alcune occasioni è riuscito ad affiancarlo, ma nei tratti pianeggianti il lungo ex etiope che batte bandiera iberica era sicuramente più a suo agio. Decimo Martin De Matteis e quattordicesimo Bernard De Matteis, quest’ultimo al rientro dopo un infortunio.