Boston: battuto Kipchoge

Boston: battuto Kipchoge

17 Aprile, 2023
Foto: Jane Monti / RRW

Vince di nuovo Evans Chebet (2:05’54”) davanti al tanzaniano Gabriel Geay (2:06’04”) e al compagno di allenamenti di Chebet, Benson Kipruto (2:06’06”). Solo sesto Kipchoge (2:09’23”). Altrettanto selettiva e avvincente è stata la prova femminile: Hellen Obiri (KEN, 2:21’38”), Amane Beriso (ETH, 2:21’50”) e Lonah Salpeter (ISR, 2:21’57”).

La corsa di Eliud Kipchoge verso l’en plain delle Abbot World Marathon Major si ferma a Boston, dove conosce di nuovo la sconfitta chiudendo in 2:09’27”, un tempo peggiore anche di quello fermato nell’altra, unica giornata no della sua carriera in maratona: la London Marathon 2020, quando giunse sì ottavo, ma in 2:06’47”, anche in quel caso dopo mesi passati a pubblicizzare la sfida con Kenesisa Bekele (che poi diede forfait). Sembra insomma che al due volte campione olimpico i proclami non portino bene! 

Foto: Jane Monti / RRW

La cronaca della gara maschile

La tradizionale “sfuriata” della partenza da Hopkinton si esaurisce dopo il quinto chilometro, quando ad assumere le redini della gara sono Kipchoge e Kipruto (qui vincitore nel 2021), seguiti da altri otto atleti. Al gruppo di dieci runner si aggiunge lo statunitense Mantz, che prova anche a fare l’andatura. In tre passano poi per primi alla mezza maratona in 1:02’19”: Kipchoge, Evans e Kipruto, i tre attesi sfidanti al trono della più antica maratona del mondo. Dietro di loro si allunga il gruppo, che transita al 25° chilometro in 1:14’04” sotto l’iniziativa del tanzaniano Gabriel Geay, che poi incrementa ancora l’andatura e riduce a sei gli atleti del fronte gara e fa registrare un passaggio al trentesimo chilometro in 1:29’23” che riguarda: Geay, Kipchoge, Belay, Korir, Chebet e Kipruto. 

A questo punto riparte l’attacco di Geay, in vista della Hearthbreak Hill ed è questo il momento in cui Kipchoge si stacca. Evans Chebet, qui primo nel 2022 (come anche a New York) capisce che è il momento di sferrare l’attacco e tutto il gruppo si sfalda. Eliud Kipchoge passa al 35° chilometro con già un minuto di ritardo, mentre davanti la micidiale azione di Chebet riduce a tre i candidati alla vittoria e passa al quarantesimo chilometro in 1:59’14” seguito dai soli Geay e Kipruto. Sul traguardo in Copley square Evans Chebet ferma il cronometro a 2:05’54”, seconda vittoria consecutiva, e precede Gabriel Geay (2:06’04”) e Benson Kipruto (terzo in 2:06’06”) mentre Kipchoge si deve accontentare del sesto posto in 2:09’23”. Chebet e Kipruto sono allenati da Claudio Berardelli.

Foto: Jane Monti / RRW
Foto: Jane Monti / RRW

La cronaca della gara femminile

La prima a muovere la gara è l’israeliana di origini keniane Lonah Salpeter, in prossimità del passaggio al decimo chilometro, ma il vero cambio è quello imposto al quindicesimo mille dall’etiope Amane Beriso, che riduce il gruppo di comando a sole sette atlete e costringe Salpeter a staccarsi.

A metà gara transita per prima Angela Tanui (Kenya) in 1:11’29” con la Salpeter che riaggancia il gruppo. Le due guidano il fronte gara che passa ai 25 km in 1:24’29” e ai 30 km in 1:41’49”. Il ritmo cresce ancora e la partita si riduce a un poker di quattro eccellenti maratonete: Salpeter, Obiri, Beriso e Yesmaneh (che cade a seguito di un contatto). È l’inizio di una lunga progressione finale e di una altrettanto lunga volata alla fine della quale prevale la la kenyana Hellen Obiri (2:21’38”) davanti all’etiope Amane Beriso (2:21’50”) e a Lonah Salpeter (2:21’57”). 

Foto: Jane Monti / RRW

I vincitori 

Evans Chebet: «Mi alleno con Benson Kipruto. È un mio amico. Siamo come fratelli. A un chilometro dalla fine gli ho detto: “Andiamo a conquistare la vittoria”. A Boston è ancora più importante del solito conoscere bene il percorso. Ho vinto l’anno scorso e quest’anno. Forse tornerò qui l’anno prossimo».

Hellen Obiri: «Sono davvero felice. Due mesi fa ero indecisa sulla maratona da disputare, ma alla fine ho scelto Boston. Il mio coach, Dathan Ritzenheim, mi ha detto: “ll mio cuore dice che dovresti correre a Boston. Ti sei allenata bene e sei pronta per correre lì”. In un primo momento gli ho detto di no, perché le avversarie erano molto forti. Sono contenta di aver deciso di correre a Boston. Questa vittoria è una sorpresa per me, anche se sentivo che il mio fisico era pronto».