Dopo palle di ferro scagliate verso il cielo, dopo dardi lanciati verso l’infinito, dopo semifinali degli 800 femminili dove chi ha un tasso di testosterone superiore domina le altre è arrivato lui. Il “sole” dell’atletica, l’astro, l’uomo che regge sulle sue spalle il movimento planetario dello sport regina dei Giochi. Lui che a dispetto dei suoi detrattori, in verità pochi nel mondo, al confronto dei suoi seguaci, dei suoi tifosi, non perde un colpo. Lui che.. non appena taglierà il traguardo in seconda posizione, saranno tutti pronti a scrivere che è finita la sua era, il suo dominio, la sua eterna giovinezza atletica, lui che il giorno che si concluderanno i Giochi Olimpici avrà 30 anni, un’età che un tempo era off limits per qualsiasi atleta, figuriamoci per un velocista.
Lui Usain Bolt è arrivato sulla pista di Rio de Janeiro, scatenando come sempre un pubblico che purtroppo non si è dimostrato all’altezza di un’Olimpiade, tifoso oltre misura ne sa qualcosa Renaud Lavillenie, battuto dal carioca Braz nell’asta. Lui, che in semifinale aveva sorriso quando l’imberbe De Grasse aveva provato ad avvicinarlo fermando i cronometri con un tempo che difficilmente si registra in una semifinale. Lui, che ormai non aveva più tra i piedi il rivale Justin Gatlin, ma “solo” un canadese sul quale pensate un po’ il suo sponsor Puma, tanto per non fare nomi, lo ha già scelto come suo successore, investendo su di lui fior di dollaroni (quando Bolt andrà in pensione) e Lashawn Merrit, pure lui, con qualche peccatuccio non veniale (tipo Gatlin) ha sulla coscienza.
Poi 4 sì signori, 4 europei: Lemaitre (risorto), Gemili (sorpresa), Guliev (conferma) e Martina (il punito di Amsterdam).
Erano le 3,35 dell’Europa centrale (sei ore dopo quelle che si registrano sulla spiaggia di Copacabana), quando il giamaicano si è accucciato in sesta corsia nella finale dei 200. Merrit in quinta, De Grasse in quarta. Contrariamente alle altre volte Bolt parte alla grandissima all’uscita della curva è già nettamente in vantaggio, per l’oro non c’è partita, gli altri staccati. Si pensa a un crono formidabile, invece, anche il dio della velocità, perde, si fa per dire, qualche colpo e impressiona i fotofinish dopo 19”78 (-0,5), dietro De Grasse 20”02, terzo Lemaitre 20”12. Incontentabile Bolt strappa il numeretto dalla maglia, sperava di fare meglio, forse ci si è messa anche la pioggia a rovinare un tempo sotto i 19″60, ma vincere per tre volte consecutive un oro olimpico non è da tutti Il resto è una festa con il pubblico che è tutto per lui. Lo rivediamo in staffetta.