Occorre avere pazienza. Molta. Prima di tornare alla normalità. Chi scrive si era ripromesso di andare a vedere un campo di atletica riaperto dopo il confinamento. La scelta per chi vive a Milano non può che essere il XXV Aprile, tempio (si potrebbe scrivere tutto in maiuscolo e non si commetterebbe alcun errore) dell’atletica, ubicato in una zona verde della metropoli, alle falde del Monte Stella, centro vero e proprio del mezzofondo e fondo italiano che ha vissuto negli anni Ottanta di momenti di grande splendore. Occorre citare doverosamente i vari Alberto Cova (al quale è dedicato un percorso alle falde dell’unica asperità meneghina), Francesco Panetta, la Pro Patria intera, sodalizio in grado di dominare in Italia e in Europa. Poi è l’unico impianto rimasto in piedi, dopo la chiusura dell’Arena, per il rifacimento della pista (forse la rivedremo ad agosto, così dice il sindaco Sala). In altre parole, o lì o il nulla. Allora andiamoci, dopo aver appreso che la Milano Marathon ha alzato bandiera bianca!
All’arrivo in un pomeriggio di sole, la prima sensazione è quasi di smarrimento. Sono solo le 5 del pomeriggio, ma siamo davanti a una sorta di desolazione assoluta. In zona arrivo meno di una quindicina di ragazzi giovani si allenano in prove di velocità. Ci raggiunge un tecnico e ci informa che alcuni allenatori si presentano con i loro atleti il mattino, sino alle 7 di sera non possono entrare gli amatori. Ci si siede su una panchina dopo aver chiesto per l’ennesima volta del “celeberrimo” pistino indoor che è sempre pronto ma mai stato utilizzato. “Ci piove dentro, devono rifare il tetto…” Già avevamo sentito la novella tempo fa ma tutto è rimasto fermo. Si aspetta che spunti qualche altro giovane, sì ma sono i ragazzi della “Golarsa Academy”, i frequentatori del campo da tennis adiacente. Si fa un giro sulla pista blu, e osserviamo una ragazza che s’impegna nel salto con l’asta, piazza l’elastico a mo di asticella, fa le rincorse, prova a staccare i piedi da terra, si allena, perfetta solitudine. Nel mese di marzo una giornata di forte vento ha abbattuto un cartellone pubblicitario che ha fatto un buco sulla pista. “Necessita un rattoppo”, ci informa, infatti, il buco c’è ed è ben indicato per evitare di finirci dentro. I ragazzi che si allenano, dopo una mezz’ora abbondante dal nostro arrivo se ne vanno, l’astista dopo aver provato e riprovato risistema i sacconi di ricaduta. Nessuno può fare la doccia, è ancora vietato. Gli spogliatoi sono chiusi. Con un velo di mestizia abbandoniamo l’impianto e all’esterno, ben prima delle 7 di sera, sostano i primi “amatori”, sono quelli che non mollano, forse i veri frequentatori del XXV Aprile. Attendono il loro momento. Fuori a pochi metri dall’ingresso scorgiamo Gianni Perricelli, ex azzurro di marcia, attuale allenatore di Eleonora Giorgi. Gianni, così come Giorgio Rondelli, stranamente assente, è una delle persone che hanno dimora fissa o quasi, nel tempio milanese.
P.S. Non appena si avrà la possibilità di allestire qualche manifestazione è probabile che dopo 15 giugno al XXV Aprile possa essere ospitato un piccolo meeting in pista, a inviti (solo corse) organizza il Cus Pro Patria Milano, su prove spurie! E chi se lo perde!