L’ultimo week end atletico ci propone spunti da prima pagina. Si va dalla realtà entusiasmante (Davide Re) alle fake news (Usain Bolt). Poiché invertendo i fattori, il prodotto non cambia, si parte da una “bufala” adesso si scrive “fake news”, troppo bella perché sia vera. Nel variegato (eufemismo) mondo dei “social” Usain Bolt ogni tanto appare. Chi scrive – oltre ad essere dichiaratamente un suo fan è pure un suo “follower” (mi sto adeguando…) – aveva notato che oltre a pubblicizzare il meeting che ogni anno si disputa a giugno a Kingston, aveva pubblicato una foto con una dichiarazione che lasciava intendere, che forse, avrebbe potuto riprendere gli allenamenti. Sui social è partita la gara per chi l’aveva dichiarato per primo. Il giorno successivo la Gazzetta dello Sport, è riuscita a piazzare un “articolone” sul sogno proibito degli amanti dell’atletica e così pure altri quotidiani non sportivi.
Noi arriviamo buoni ultimi. Avete presente cosa smuoverebbe ancora una volta il superblasonato giamaicano? Ricordarlo mentre vola (cade) sulla pista di Londra nel 2017 è un’immagine che ancora fa male, il 9”95 fatto segnare quell’anno per lui era allora una sorta di prova d’orchestra per altri concerti. L’esperienza con il calcio non ha di certo dato i frutti sperati, ecco che allora l’idea di promuovere se stesso è ripartita. Vero, non vero? Staremo a vedere. Non è detto che la fiaba che tramutò il rospo in cigno possa avverarsi, anche perché andranno forte gli sprinter yankee, i vari Coleman, Lyles e compagnia cantante, compreso lo stesso Gatlin viaggiano alla velocità della luce, ma non bucano il video. Con Usain Bolt sarebbe tutto diverso.
Nel frattempo nuovi miti ai quali aggrapparsi non sono spuntati, comunque l’atletica che è sopravvissuta a Jessie Owens, a Carl Lewis, sopravvivrà anche a Usain Bolt. Ma se tornasse…
Passiamo ora alla stupenda realtà: quella di Davide Re. L’atleta italiano ha infranto un muro, arduo, difficile, Davide l’ha sgretolato, demolito, anche se per taluni era quasi impossibile da superare per un azzurro: il limite dei 45” nel giro di pista, comunemente chiamato “giro della morte”. Davide viene dal mondo dello sci. Sì avete letto bene, è maestro di sci, ma è nella nostra disciplina che sta dando il meglio di sé. Già nel corso della passata stagione l’imperiese, di stanza a Rieti, alla corte di madame Milardi, aveva fatto capire di avere nelle corde molte possibilità di essere il primo a scavalcare la barriera come Filippo Tortu lo è stato per i 100 metri, sotto i 10”, così Davide è stato il primo italiano sotto i 45”. A inizio stagione lo avevamo visto pimpante, a Yokohama nei mondiali di staffetta, poi a Ginevra e domenica sulla pista di Chaux de Fonds. Il suo capolavoro non è stato solo quello di scendere sotto i 45” ma di annientare, distruggere quello che pareva un ostacolo insuperabile e portare il nuovo primato italiano a 44”77, lui che di personale aveva fatto segnare, proprio a Ginevra, 45”01. Un miglioramento di 24 centesimi di secondo! Non una bazzecola, migliore europeo per ora nel 2019. Un uomo con i piedi per terra, si è arguito dalle prime interviste, ha solcato anche diversi mari, come quello alla corte di Loren Seagren nel 2014 (da gennaio a aprile), vista la durata non deve avere raccolto molti frutti. Poiché la stagione è ancora giovane, i frutti matureranno assai tardi, Re dice di essere ancora carico di lavoro. Intano lo aspettano non lontano casa dei suoi genitori (Arma di Taggia) a Montecarlo il 12 luglio; ci si vede lì!