Archiviata la “Cinque Mulini”, si chiude la stagione di corsa campestre. E’ durata lo spazio di un mattino. Festa del Cross, Campaccio e Cinque Mulini, tutto in tre settimane. La sofferenza per questa disciplina prosegue. Nessuna colpa, per carità da scaricare, se non in principal modo alla pandemia che, nonostante tutto non dà grandi segnali di speranza per ritornare a una vita vera. Sta di fatto che negli annali della Federazione nell’anno 2020 ci sarà scritto titolo di cross: non assegnato.
Facciamo un salto a ritroso nel tempo, chi ha buona memoria ricorda che la stagione iniziava con il Cross di Cossato, proseguiva con quello di Volpiano, sempre in Piemonte si restava, poi ci si trasferiva in Lombardia. Apriva le danze nell’anno nuovo, il Campaccio, tra i due campionati assoluti e societari, si piazzava alla grandissima Alà dei Sardi, prima ancora il Cross della Vallagarina, si chiudeva con la Cinque Mulini, ad aprile inoltrato rispondeva il Pradelle di Lozzo di Cadore, senza considerare la Coppa Campioni di specialità. Grandi sfide, lotte a coltello, che impegnavano gli attori del nostro mezzofondo in lungo e in largo, dulcis in fundo il Mondiale con la nazionale di 8 azzurri in campo. All’epoca nacquero gare di cross meno famose che ad ogni modo resistettero per anni (leggi ad esempio il Cross dei Monti Lepini). Come potete vedere campestre per tutti i gusti, qualcuna sarà pure sfuggita. Ci si ferma per evitare di spargere copiose lacrime.
Stare ora a ricordare chi è rimasto in vita è un gioco da ragazzi: Campaccio, Vallagarina (si spera nel 2022) e Cinque Mulini, con un numero di edizioni incredibili, cercano spazi la “Carsolina” e Osimo, che quest’anno non si sono disputate. Due, o meglio tre gare “monumento”, come si usa dire nel ciclismo che continuano la loro esistenza e rivalità specie, tra S. Vittore Olona e S. Giorgio su Legnano, sì e no 2 km di distanza in linea d’aria, grazie all’impegno, la costanza e lo spirito di abnegazione dei loro sodalizi, ben diretti, che entrambi chiamano: “Sportiva”.
Domenica scorsa la classica tra i mulini si è spostata nel“vallo”, ovvero un tracciato che comprende il passaggio nel Mulino Meraviglia e la Fattoria Chiapparini (punti strategici della campestre) e grazie alla giornata primaverile, ci ha fatto sognare un futuro europeo. La zona bucolica con ampi spazi verdi, percorso tutt’altro che facile potrebbe essere presi in considerazione per un avvenire non troppo lontano. Un sogno? D’accordo. Allora torniamo alla realtà. A S. Vittore Olona Stefano Mei, neo presidente Fidal, si sarà accorto della pochezza tecnica del nostro mezzofondo prolungato, di quello veloce la testimonianza si è avuta agli Europei sotto tetto di Torun. Occorre un cambio di passo, meglio, urge un cambio di passo. Si torni alle origini, ci s’infanghi nuovamente, per qualche anno, poi vedrete che qualche spiraglio arriverà. Almeno chi scrive, lo pensa, da sempre.
Zona Mista torna il 13 aprile: Buona Pasqua!