Olimpiadi posticipate di un anno. Il rinvio di 360 giorni dei Giochi di Tokyo, per un maratoneta azzurro, è quasi una sorta di manna piovuta dal cielo. Il personaggio in oggetto è Yassine Rachik, l’uomo di Castelli di Caleppio (provincia di Bergamo), miglior maratoneta italiano del 2019, considerando il piazzamento dei mondiali di Doha, (12º), nonché bronzo agli Europei di Berlino un anno prima e oro a squadre sempre nella capitale tedesca.
Il motivo è presto detto: Yassine Rachik è alle prese con una serie di brutti infortuni che sta smaltendo lentamente grazie a Rodolfo Malberti, medico dell’Atletica Desio, sodalizio brianzolo, dove lo stesso ragazzo nato ad Ain Sebaa (Marocco) l’11 giugno 1993 è approdato proveniente dall’Atletica Casone Noceto. Dovrebbe essere un trasferimento temporaneo per Yassine, visto che era già pronto ad accasarsi con i colori cremisi delle Fiamme Oro (Polizia). Purtroppo a causa del coronavirus non può iniziare l’addestramento necessario per entrare nel corpo militare, che comincerà appena possibile. Si deve attendere ancora.
Yassine Rachik è incappato in una serie d’infortuni assortiti. Si va dal problema all’anca, con il quale ha convissuto durante la gara mondiale in Qatar, a uno stiramento al polpaccio, ha proseguito con un problema a un tendine d’Achille e ha chiuso con un’infiammazione alla guaina del piede, magari non proprio nell’ordine descritto, ma sempre di guai grossi da smaltire. Ci voleva un medico con i controfiocchi per curare le magagne di Rachik, da parte nostra lo invitiamo pure a trovare anche il talismano che lo tenga lontano dalla sfortuna, per usare un eufemismo. Yassine è addirittura entusiasta del medico della sua nuova società, questi ad ogni buon conto sa di avere per le mani un motore da Formula Uno, visto che Rachik è stato capace di fermare i cronometri a Londra sul tempo di 2:08’05″, sempre lo scorso anno.
Il maratoneta orobico seguito da Alberto Colli sta cercando di ripartire per poter poi conquistare la maglia azzurra per il prossimo anno. Adesso, ha ricordato, è fermo non solo come atleta, anche con il benedetto arruolamento che permetterebbe all’atleta italiano (dal 2015) di poter vivere tranquillamente la sua vita d’atleta professionista. Intanto sostiene di essere disoccupato a 360º e lo afferma con il sorriso sulle labbra. Il tutto in attesa di riprendere a macinare chilometri, con il sogno non di certo proibito di divenire il nuovo primatista italiano.
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