Considerazioni d’inizio estate sullo stato della nostra atletica in pista

Considerazioni d’inizio estate sullo stato della nostra atletica in pista

12 Giugno, 2018

Pare sia un’atletica su pista scintillante quella che si è palesata in questo primo scorcio di stagione. Parlo di quella azzurra che transitando tra i campionati di società in programma a Modena in questo mese e i vari meeting nostrani e no, viaggia a grandi passi verso Berlino.

Eccolo il nocciolo della questione. Indimenticabile il commento del presidente Alfio Giomi, subito dopo la conclusione del triste Mondiale azzurro di Londra: “A Berlino tireremo le somme.

Siamo a due mesi dall’avvenimento teutonico e i motori degli azzurri si stanno scaldando. Dai primi vagiti, oserei dire che non siamo messi male, tutt’altro. Una nuova generazione sta arrivando a grandi falcate (leggi Filippo Tortu e Yeman Crippa per parlare di sbarbatelli con ambizioni più che evidenti), mentre quella meno giovane, ad esempio quello della maratona, specie tra le donne, non offre ricambi evidenti. Ma si sa che dalle donne c’è sempre d’attendersi piccole grandi imprese, magari inaspettate, così come dai maratoneti che al momento giusto sanno trovare condizioni e determinazioni necessarie per salire verso le vette più alte. Non parliamo della marcia, vero e proprio scrigno di medaglie azzurre.

Sempre in campo femminile, senza fare nomi esiste un quartetto in grado di dire la loro come fecero due anni fa ad Amsterdam, mentre si attendono notizie, speriamo positive, da “Gimbo” Tamberi, visto che la sua compagna di allenamento Alessia Trost, palesa ancora perplessità, anche domenica a Stoccolma ha valicato l’asticella solo a 1,90 e qualche quotidiano ha scritto: “primato stagionale”.

Questo a grandi linee ciò che si sta muovendo nel nostro mondo dove nel contesto organizzativo non siamo secondi a nessuno, vedi i Giochi di Jesolo under 23, manifestazione di nuovo conio, capace di attirare consensi specie tra i ragazzi di Stefano Baldini.

Un appunto finale. Lo spostamento di calendario dei societari, da settembre a giugno, richiesto dalle stesse società, è certo tutt’altro che errato, ma per quale motivo piazzare gli assoluti a settembre, quando la stagione su pista per molti dopo l’Europeo sarà finita? Non era meglio ospitare le gare due/tre settimane prima dell’evento dell’anno per provare le condizioni degli atleti? Ovvero a metà luglio?