Monza, l’autodromo e il giorno dei giorni della maratona

Monza, l’autodromo e il giorno dei giorni della maratona

14 Marzo, 2017

Monza una settimana fa. Autodromo. Di solito rombano i bolidi della Formula Uno e una volta l’anno viene dato spazio anche ai comuni mortali in una corsa su strada. Monza ha pure un meraviglioso parco, dove sino all’inizio degli anni Novanta si disputava una maratona, tramutatasi poi in “mezza” di caratura internazionale. Città e autodromo sono stati e sono punti di riferimento anche della disciplina atletica, nello specifico maratona. Ma di atletica ha poco a che fare il test effettuato su tre grandi maratoneti, con l’intento di prepararli a scendere sotto il muro delle due ore. Cerchiamo di capire.

Il record attuale della maratona è di 2 ore 2 minuti e 57 secondi realizzato da Denis Kimetto il 28 settembre del 2014 a Berlino. Il test era nell’aria da mesi. L’azienda Nike ha messo sotto contratto tre atleti del calibro di Eliud Kipchoge (campione olimpico a Rio), keniano, personale di 2:03’05”, Lelisa Delisa, etiope, personale di 2:04’45” e Zersenay Tadese, eritreo, primatista mondiale della “mezza” con 58’23”. Questi tre splendidi fuoriclasse sono stati i prescelti, così come l’asfalto del circuito monzese per questo tentativo che dovrebbe avvenire, forse, nel mese di maggio. Si tratta di migliorare il primato di 2’57” non una bazzecola, ma l’operazione viene studiata a fondo. Ci mancherebbe, il progetto chiamato “Breaking 2” è stato tenuto nascosto, si fa per dire, visto che l’estensore di queste note lo aveva già scritto in tempi non sospetti lo scorso anno, l’unica cosa che non era trapelata era stata la località.

Si pensava a un circuito negli Usa, nei pressi della sede della Nike, c’era chi riteneva che Silverstone o Hockenheim potessero essere piste perfette. Invece no, l’autodromo di Monza. La prima cosa che si segnala alla presentazione del prossimo tentativo è stata la presenza pare di due sole testate italiane, come dire le altre, non contano, anzi rosichino pure….Il test è avvenuto pertanto quasi, si fa per dire, in segreto, visto che su facebook (la cloaca massima dell’informazione e della disinformazione) qualcosa seppur di sfuggita era comparso.

Veniamo alla parte agonistica. Il giorno dei giorni della maratona, non mancheranno i pacemakers: pare che entreranno anche in corso d’opera, ci si chiede come saranno i rifornimenti, il controllo antidoping, la misurazione perfetta. E pure una scarpa innovativa, sulla quale esistono molte illazioni, sulle quali per ora è meglio non pronunciarsi. Quale sarà la posizione della Iaaf (Federazione mondiale)? Un’azienda come quella con il baffo, questi problemi li risolverà in un batter d’occhio, su questo come si suol dire, non ci piove.

Qualche collega più informato del sottoscritto si è permesso di fare qualche conto. Da 2:02’57” a 1:59’59” si migliora di circa il 4%, applicando la percentuale su altre discipline dell’atletica ci troviamo di fronte a un 9”20 nei 100 metri e a 2,54 circa nel salto in alto! Raffronto improponibile finché volete, ma serve per fare capire la difficoltà dell’impresa.

L’operazione di marketing è iniziata ne sentiremo parlare sempre di più, tant’è che anche l’Adidas sta lavorando alacremente sullo stesso progetto. Si tratta di vedere chi arriverà per primo sulla luna… gli americani o i tedeschi. Battute a parte, il test sulla mezza maratona ha visto Kipchoge segnare 59’17”. C’era troppo vento hanno ammesso gli uomini del “Breaking 2”. Ma come? Avevano previsto tutto e una telefonata al meteo, non si poteva fare? Il giorno successivo c’era calma piatta. Il sogno è vedere abbattere il muro delle due ore in una grande maratona tipo Berlino, New York, Londra, Roma e perché no Milano, ma non così in una prova che di fantastico ha ben poco. E di atletica addirittura poco o nulla!