Londra 2017: pioggia, vento e lo strano caso di Makwala

Londra 2017: pioggia, vento e lo strano caso di Makwala

10 Agosto, 2017
Foto Giancarlo Colombo

Londra. Come tutti i gialli che si rispettano, c’è una seconda puntata. Due giorni fa a Makwala, l’untore del Botswana, era stato addirittura vietato l’accesso allo stadio, reo di avere contratto il morbo di Montezuma. Era la finale dei 400 di martedì, vinta da Van Niekerk. Il problema si era manifestato già lunedì, quando Makwala non si era visto in settima corsia nella batteria dove era partente Filippo Tortu. Si diceva per preparare la finale del giorno dopo. Invece, ieri la federazione del Botswana, ha annunciato che avrebbe fatto causa alla Iaaf, qualora al velocista fosse stata preclusa la possibilità di esprimersi, sostenendo che il suo protetto era guarito dopo le 48 ore stabilite dai medici.

Pensa e ripensa dal cappello a cilindro della federazione mondiale (Iaaf) esce il coniglio bianco: Makwala correrà da solo i 200 due ore prima della semifinale, in settima corsia. Pareva uno scherzo. Invece no. Alle 18.45 ore del meridiano di Greenwich l’uomo dell’Africa corre e stampa un bel 20”20: semifinale centrata, doveva fare meno di 20”53. Subito dopo il traguardo si concede qualche piegamento sulle braccia per mostrare che sta benissimo.

Arrivano le semifinali dei 200, il nero come il carbone corre in prima corsia, arriva secondo alzando il braccio in segno di giubilo in 20”14. Il divin fanciullo Pippo Tortu è bravissimo in 20”62 con la pioggia, la pista a tratti allegata, dimostra tutte le sue qualità. Lui sostiene sia il miglior 200 mai corso e noi ne conveniamo.

Il giallo non finisce. Il favoritissimo, l’erede di Bolt, il sudafricano Wayde Van Niekerk, già oro nei 400 parte lento. No. Ha esaurito preziose energie, sta cominciando a raschiare il fondo del barile e fatica alla grande per accedere alla finale, solo terzo in 20”28 un centesimo meglio del francese Lemaitre che se ne va a casa. La finale del giorno prima (400) ha lasciato il segno.

E’ la serata dove i pronostici sono ribaltati: nei 400 donne vince la Francis (Usa), nei 400hs l’Europa piazza un oro al vichingo Warholm. Sarà stata la pioggia? Chissà!

Qualificazioni

Nelle batterie dei 3000 siepi donne miglior tempo di Beatrice Chepkoeck, keniana, in 9’19”03 e quelle dei 5000 uomini con il miglior tempo di Selomon Barega etiope (vincitore dell’ultima Cinque Mulini) in 13’21”50.

Italia

Uno squarcio d’azzurro? Sì! Un italiano in finale Marco Lingua nel martello. Evviva!