Liberate l’atletica leggera!

Liberate l’atletica leggera!

17 Giugno, 2020
E ripartito il calcio. Un week end con le semifinali di Coppa Italia con un’audience televisiva da Coppa del Mondo. La Rai che ha l’esclusiva delle partite della nazionale e di Coppa informa che Napoli-Inter di sabato sera ha registrato 7.119.000 spettatori pari al 32% di share, il giorno prima Juventus–Milan 8.277.000 che vuole dire 34% di share. Penso bastino queste cifre a zittire chi sostiene che il calcio (considerata la quinta industria del paese), non doveva ripartire. Chi ha seguito gli incontri avrà potuto osservare che durante i calci d’angolo si sono visti i soliti “mucchi selvaggi” di giocatori che sostano in area con trattenute e spintoni. Fanno parte del gioco. Al gol del Napoli Mertens è andato letteralmente in braccio a Insigne il suo compagno di squadra per festeggiare il pareggio: alla faccia dei distanziamenti, degli abbracci, delle inutili mascherine a bordo campo.
La domanda a questo punto sorge spontanea. Se nello sport nazionale sono permesse queste “licenze”, non si capisce per quale motivo l’atletica leggera e altre discipline devono rimanere ligie alle imposizioni di legge del Covid-19. Mi spiego meglio. Perché questa sorta di “confinamento” per le gare in pista, perché la velocità 100/200/400 si devono correre a corsie alternate? Perché gli 800 a cronometro? I 1500 e le altre prove, leggi siepi, 5 e 10 mila chissà come e quando? Perché si devono fare gare di salto in alto a distanza? Perché si deve usare il telo per ogni atleta e cambiarlo ogni volta che questi cade su di un saccone (vedi alto e asta)?.
D’accordo, nei confronti del calcio siamo parenti poveri, o figli di un dio minore, fate voi. Sul rettangolo verde gira una quantità infinità di denaro, in atletica si fa fatica a tenere in vita una società. Lo sport però deve essere un motivo di gioia, felicità, unita a impegno e spirito di abnegazione per tutti, nessuno escluso, dai professionisti come Cristiano Ronaldo a tutti gli Yeman Crippa o Pippo Tortu dell’atletica. Ora si viene a sapere che dal 25 giugno, molto probabilmente sarà permesso di rigiocare a calcetto, in questo caso il DT Antonio La Torre, intervistato dalla “rosea” di Milano, ha già espresso il suo parere, chiederà di modificare certi provvedimenti e tornare al format tradizionale.
Intanto soffermiamoci sul prossimo week end in Lombardia la regione più martoriata d’Italia dalla pandemia. A Brusaporto, in provincia di Bergamo, a pochi passi da Alzano Lombardo tornano le gare in pista, o meglio, come specificato dal CRL Lombardo, raduni test in sicurezza si correranno i 150/300/800 e 1500, il giorno successivo a Mariano Comense il martello, il disco, gli ostacoli. Una settimana più tardi nel martoriato e unico impianto milanese il XXV Aprile, apre i battenti con gare a invito.
Si torna in pista anche in Emilia Romagna con i primi TAC (Test d’Allenamento Certificato) giovedì 18 giugno a Imola (Bologna) e nel weekend a Rubiera (Reggio Emilia) il 20-21 e Piacenza (21). 
Liberate l’atletica! Non è un imperativo ma una necessità!