La vicenda di Isaac Makwala, giallo a Londra

La vicenda di Isaac Makwala, giallo a Londra

09 Agosto, 2017
Isaac Makwala (Foto Giancarlo Colombo)

Londra, patria di Sir Conan Doyle, lo scrittore che ha inventato il personaggio di Sherlock Holmes, è una città nebbiosa con l’omicidio dietro l’angolo. Così in tutti i gialli che si rispettano. Ieri anche il Mondiale di atletica si è tinto dello stesso colore, senza cadaveri “of course”. Partiamo dall’inizio. Lunedì sera Isaac Makwala non si presentava nella batteria dei 200 (la stessa di Tortu), forse, avevamo detto per preparare bene la finale dei 400 dove era il favorito con Van Niekerk. Martedì arriva la notizia che l’atleta del Botswana non prendeva il via per problemi gastrointestinali. Peccato per lui.

Poi la notizia deflagra: sono oltre 30 gli atleti colpito dal morbo di Montezuma. Gianmarco Tamberi che tra l’altro arrivava in volo dall’Italia, per precauzione veniva trasferito in altro hotel. Finito? Sembrava di sì, ma l’uomo del Botswana ritornava sui suoi passi si ripresentava al Parco Olimpico (ingresso per lo stadio), ma era fermato dagli addetti.  Sui “social” Isaac Makwala postava la sua delusione, accusando il ministero della salute di averlo fermato, manco fosse un untore. La polemica andrà avanti per molto tempo, dipende molto dalla virulenza del virus. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.

Vediamo cos’è successo ieri nel panorama corse.Van Niekerk assente Makwala, vince i 400 senza record, anzi rialzandosi nel finale, 43”98. Ci si aspettava un altro tempo, d’accordo, ma il sudafricano ha già corso 3 volte i 400 e una volta i 200 e stasera sarà impegnato nella semifinale del mezzo giro di pista.
Lo spettacolo è arrivato nelle due gare del mezzofondo: 3000 siepi e gli 800. Tra i saltafossi, il favorito era Evan Jager, esile statunitense amico del direttore Orlando Pizzolato, che ogni anno si allena in Italia. Aveva il miglior tempo, in grande spolvero a Montecarlo, il 21 luglio, dove aveva fatto secchi i keniani. Ieri sera però dopo un avvio accorto Jager ha rotto gli indugi staccando tutti, compreso un commovente Ezzy Kemboi. Ma gli rimaneva attaccato Cornelius Kipruto e Soufiane El Bakkali, i quali dopo l’ultima riviera si mettevano dietro il biondo yankee. Kipruto chiedeva in 8’14”12, lontano dal crono di 8’08”57 di Francesco Panetta 30 fa a Roma!

L’altra gara da non perdere era il doppio giro di pista e qui è successo l’incredibile vittoria del transalpino Pierre Ambroise Bosse, che tatticamente è stato il migliore, poi il polacco Kszczot (sembra un codice fiscale) e il keniano Bett. Anche in questo caso il favorito Amos è solo quinto. L’asta ha visto la vittoria di “Big Jim” Kendricks con 5,95.

Una considerazione a metà mondiale: unico “finalista” (si considerano i primi 8 nella velocità, 15 del mezzofondo) Daniele Meucci, sesto in maratona. Vedremo il sole entro domenica?