La marcia, bene di rifugio

La marcia, bene di rifugio

24 Maggio, 2023
Foto Mateo/FIDAL

Quando l’inflazione bussa alle porte, come magari in Italia negli ultimi mesi, gli esperti economici dicono di buttarsi sui beni rifugio. In soldoni sono quelli duraturi: case, metalli preziosi ecc. Parametrando l’inflazione in corso in Italia alla nostra disciplina, il compito è arduo, difficile. Infatti se ci pensate bene, in questo momento l’atletica italiana vola alto, sull’onda dei risultati di Tokyo, corroborati da una buona estate in Baviera lo scorso agosto e da un Europeo sui prati a Venaria.  Facendo i debiti scongiuri, non è detto che a Budapest si ripetano i fasti giapponesi, per essere certi, l’atletica si azzurra si è rivolta per tempo all’usato sicuro, prima di magari piangerci addosso, al bene di rifugio nostro per eccellenza: la marcia.

Una scorpacciata di medaglie a Podebrady (Repubblica Ceca), luogo simbolo del tacco e punta, quello che forse sino a dieci anni fa era Sesto S. Giovanni da noi. Domenica scorsa gli azzurri guidati da un sempre più sorridente DT Antonio La Torre, hanno messo in saccoccia ben undici medaglie nel Campionato Europeo per Nazioni di marcia (ex Coppa Europa), tra allori individuali e a squadre. Una domenica indimenticabile. La sorpresa se così si può chiamare arriva da Francesco Fortunato, primo nella 20 km, vinti davanti allo svedese Kalstroem e Massimo Stano (terzo). Pertanto, due frecce al nostro arco per Budapest. Tra le donne se qualcuno avesse avuto dei dubbi sul ritorno di Antonella Palmisano, queste titubanze può accantonarle. L’avete vista come si è mossa? Ha fatto vedere di che pasta è fatta, cedendo solo alla greca Ntrismprioti, due volte d’oro agli Europei (20 e 35). Poi, parliamo sempre di prove individuali, le due vittorie tra gli junior, maschile e femminile Gianpaolo Diego e Giulia Gabriel. In altre parole possiamo stare tranquilli in Europa siamo presenti adesso e probabilmente anche in futuro.

Nel computo finale delle 11 medaglie, 5 sono d’oro: Fortunato (km 20) e la squadra azzurra, e i due junior e la formazione azzurra femminile (km 20). Le cinque d’argento sono: di Antonella Palmisano (km 20 donne), le due squadre della 35 km maschi e femmine e i due team men e women juniores. Il bronzo sul collo del campione olimpico di Tokyo Massimo Stano.

Già che ci siamo. Visto che la marcia sta navigando in acque abbastanza mosse, per usare un eufemismo, ricordiamo che ai prossimi Giochi di Parigi, non ci sarà più la prova sui 35 km che sostituiva la 50, bensì una prova a staffetta, uomo, donna, uomo, donna per un totale di km 42,195. Definirlo un obbrobrio è poco!