Gli appassionati di atletica (tanti?) oppure (pochi?) a seconda di quanto si guarda il bicchiere: mezzo pieno o mezzo vuoto, sta già dando le loro sentenze, più che altro sui “social” mezzo di comunicazione dove a volte è pure facile nascondersi. Dopo 3 giornate di gara, l’uomo che ha avuto più spazi, giornalisticamente parlando è lui: Marcell Lamont Jacobs. Era più che ovvio. Promosso, bocciato, rimandato a settembre, come si diceva un tempo? In chiave italiana, inteso come quotidiani più o meno tutti hanno apprezzato la sua voglia di tornare a gareggiare, lui diceva di sperare una finale, ben sapendo che in atletica non si inventa nulla. Ad ogni buon conto il 10”05 (semifinale) stampato il giorno successivo al 10”15 dei quarti di finale è la dimostrazione che il velocista è ancora vivo.
C’è però chi ha pensato bene a sottolineare che dall’altra parte dell’oceano la pensano diversamente. E chi poteva essere se non “Il Fatto quotidiano”. Il giornale che non perde occasione per uscire dal coro. Così in un articolo ha rivisitato tutta la vita atletica di Jacobs (come se nessuno ne sapesse nulla…), lo hanno considerato un “underdog”, termine inglese abusato da quando Il Presidente del Consiglio l’ha pronunciata in sede di insediamento del Governo in Parlamento. Poi ha proposto un’opinione di Adam Kilgore definito gran reporter sportivo del Washington Post (premio Pulitzer) che non ci ha messo molto a mettere la pulce nell’orecchio a suoi lettori affermando di una sua crescita improvvisa ed esponenziale che rivoluziona le leggi biologiche. Il Times aggiunge che delle 50 migliori prestazioni mondiali, se si escludono quelle di Bolt (sempre pulito ai controlli) 32 velocisti sono stati beccati in fallo. Non è finita, pure l’Equipe, giornale sportivo d’Oltralpe, si sofferma su di un nutrizionista, coinvolto in traffico e ricettazione di stupefacenti. In altre parole, non è stata digerita la vittoria di Tokyo nei 100.
Il suo non accesso alla finale dei 100 è stato come rilanciare nuovamente accuse, che non hanno mai trovato riscontri. Questo sia ben chiaro. Il 17 agosto, sempre quanto dichiara “Il Fatto,” nel quartiere generale Puma, pare non sia stata gradita la sua esclusione dalla finale, sul murales celebrativo spicca il ritratto di Gimbo Tamberi, non il suo. Che Marcell arrivando ormai alla soglia dei 29 anni sia in grado di correre i 100 sotto i 10” lo ha dimostrato in semifinale, crono molto inferiori? Il punto interrogativo è d’obbligo.
Intanto dopo la staffetta 4×100 ritorni a gareggiare, e possibilmente tagli per primo il traguardo, la vittoria gli manca da un anno. Troppo.