Intervista – A tu per tu con Yeman Crippa

Intervista – A tu per tu con Yeman Crippa

14 Ottobre, 2020
Foto Giancarlo Colombo

Sorpresa per Yeman Crippa al rientro in Trentino: ad attenderlo amici, allenatore, manager e… Correre con un’intervista che vi proponiamo in esclusiva  

E’ arrivato ignaro di ciò che lo attendeva. Dopo una settimana trascorsa con gli amici mezzofondisti in giro per l’Italia, toccando Firenze, Napoli, Palermo con un tuffo nelle acque di San Vito lo Capo, Yeman Crippa si è presentato alla periferia di Trento, località Mattarello, dove un gruppo di amici, lo aspettava per festeggiarlo (sotto un tendone con le mascherine, prova della temperatura, insomma secondo le regole anti Covid ), compreso babbo Roberto i fratelli Kelemu, Mekdies ed Elsabet. Grande anfitrione il suo tecnico Massimo Pegoretti con l’incarico
di organizzatore, cuoco e quant’altro, presente anche il suo manager Gianni Demadonna che si era sciroppato 100km in bicicletta. Non mancavano gli amici Bouih, Abdikadar, Cavagna e
tanti altri.
Ne è sortita un’intervista veloce, con domanda e risposta che vi proponiamo.

Tre episodi da ricordare
Due positivi: il record sui 5000 a Ostrava, il nuovo limite personale sui 1500 e uno negativo il mancato primato a Montecarlo.

Hai detto che tifavi Kipchoge nella sfida con Bekele nella maratona di Londra. Che cosa pensi del risultato?
Dopo il no dell’etiope, il mio interesse è scemato. La maratona non l’ho vista. Kipchoge? E’ umano pure lui!

Cosa ne pensi del record nei 10 000 di Joshua Cheptegei?
Ho visto la gara in una hamburgheria di Trapani, ero convinto che avrebbe centrato il nuovo primato del mondo. L’ho visto all’opera un anno fa a Doha. Ho capito di che pasta è fatto.

Non pensi sia stato aiutato dal raggio luminoso?
Può darsi, ma ci vogliono le gambe e il resto per fare quei tempi.

E l’uso delle nuove scarpe che calzano questi fuoriclasse?
Le ho pure io. Sono comode…

 

 

Hai mai pensato di correre le siepi?
No

Dopo essere entrato in possesso dei tre primati del mezzofondo: 3, 5 e 10 mila ti senti il faro della nazionale azzurra? Faresti il capitano?
No, ma ho una grossa responsabilità sulle spalle. Il capitano no, lascio l’incombenza a chi ha più carisma di me. “Gimbo” Tamberi è perfetto, conosce tutti a fondo, ha una buona parola per
tutti. In altre parole: un leader.

Hai già fatto, però, il capitano della nazionale nel cross
Sì, due volte, un onore, ma lì la famiglia è più ristretta.

Pensi di andare all’estero a novembre, in Kenya come lo scorso anno?
Sarà molto difficile per la situazione dell’epidemia attuale, magari emigro in Sicilia, fa più caldo, ma non si corre in quota.

Parliamo di Olimpiadi. L’obiettivo?
Volo basso. Tra i primi 5 o 6, nei 5 e 10 mila. Forse meglio dire nei primi 10.

Ti esalta di più correre in pista, strada o cross?
In pista. Avevo in animo di correre gli Europei di campestre di Dublino. Hanno annullato pure questi. L’obiettivo nel 2020 era di vincere gli Europei di Parigi in pista, il cross e una
finale olimpica. Tutto cancellato.

Quando riprendi ad allenarti?
Questa settimana con calma.

Prossimi appuntamenti?
Nel 2021 nei cross italiani. Vedremo…