Cinquanta anni. Dieci lustri. Una vita trascorsa a insegnare l’atletica, o meglio il mezzofondo e fondo, sino alla maratona. Per raccontare questi 50 anni tondi tondi di Giorgio Rondelli, milanese nato nel 1946, sarebbero necessarie, almeno 10 puntate di “Zona Mista”, oppure un tomo di 400 pagine. State tranquilli che non ho esagerato, pertanto il viaggio è per sommi capi, a volo d’uccello. Giorgio, dice che deve tutto a Giuseppe Mastropasqua, uomo che tramutò la Pro Patria in un club di primordine e che ebbe la “malaugurata” idea di tramutarlo da atleta in coach.
Che Giorgio Rondelli abbia lanciato, plasmato, condotto verso gotha dell’atleta i vari Alberto Cova e Francesco Panetta, nel nostro mondo lo sanno i “gradoni” dell’Arena e anche i gatti che ogni tanto trovano ospitalità al suo interno. Non tutti sanno che Giorgio Rondelli ha conquistato in 50 anni ben 117 titoli, il primo, con Raimondo Petrone al campionato italiano di maratonina (1971), 26 di questi arrivano da Nicole Reina.
Non sa neppure lui quanti atleti/e ha seguito in questi 10 lustri. “Penso 400” – dice al telefono di un lunedì uggioso e gonfio di pioggia, la moglie Monica lo smentisce subito: “No, almeno 600”. Conclusione: facciamo 500 per difetto. Giorgio Rondelli a far di conto è piuttosto bravo, ricorda tempi dei suoi allievi, compresi quelli di passaggio, ha in testa una sorta di computer pronto ad entrare in azione, applicato al fido cronometro che ha sempre tra le mani. Chi lo scrive lo ha visto centinaia di volte allenare al mitico Campo XXV Aprile, con qualsiasi condizione di tempo. Ancora adesso grazie anche a una forma fisica invidiabilissima è onnipresente: tutti i pomeriggi dalle 17,30 alle 20,30, il mattino due volte la settimana per i cosiddetti lavori lunghi, oltre al sabato e domenica mattina. Un impegno totalizzante, che lo assorbe ma che nel corso degli anni gli ha pure permesso di divenire commentatore televisivo, organizzatore di manifestazioni e giornalista (ogni mese sulla nostra rivista appaiono suoi articoli).
La corsa campestre, che passione
Giorgio Rondelli ha sempre avuto una grande passione per la corsa campestre, celeberrime le sfide tra la sua Pro Patria e lo Sporting di Lisbona nella Coppa Campioni per Club. Da Albufeira (Algarve/Portogallo) a Clusone. Più che altro erano disfide, con provocazioni, intimidazioni (tutte verbali ovviamente) che erano il sale della competizione. Giorgio Rondelli ha sempre lavorato sui suoi “ragazzi” insegnando loro una sorta di spirito di squadra e a Clusone nel 1987 e 1988 riuscì nell’intento di portare a casa il titolo di Campione d’ Europa per club di corsa campestre. Carattere tutt’altro che facile, estroverso, litigioso (specie se si gioca a calcio) ama profondamente il suo lavoro, con grande passione. Ha ammesso che il ragazzo più talentuoso che ha allenato era Gaetano Erba, purtroppo però troppi problemi fisici lo hanno fermato.
L’Ex CT Enzo Rossi soleva dire: “Giorgio non sei bravo per aver portato alla vittoria Alberto Cova o Francesco Panetta, ma per aver fatto vestire la maglia azzurra a Franco Musiari”. Frase che il tecnico lombardo ha ricordato durante il nostro breve colloquio e che implicitamente dimostra la sua spiccata capacità nel gestire e forgiare gli atleti.
Grande stratega nelle gare
Una su tutte. Finale 3000 siepi europei di Stoccarda. Panetta accede alla finale come ripescato. Prima del via lo apostrofa così: “Prendi e vai, se rimani delle retrovie non hai alcuna possibilità di metterti in mostra”. Francesco sarà argento. Il tecnico lombardo grande appassionato di calcio è stato vicino ad essere preparatore di squadre di serie A. Un abboccamento con Fabio Capello a S. Moritz nell’estate nel 2000, poi non se ne fece nulla a Roma, giubilato Zeman arrivò Capello ma il preparatore era già stato scelto: Vincenzo Pincolini.
La sua più grande delusione? L’argento di Cova a Stoccarda ’86, battuto da Stefano Mei. Ricorda Rondelli: “Aveva vinto a Zurigo i 5000 e pochi giorni dopo un 3000 a Berlino battendo in volata il belga Rousseau”. Oggi segue oltre 50 ragazzi/e tra questi anche la maratoneta Giovanna Epis. Giorgio resta uno dei tecnici più apprezzati d’Italia, con una longevità che non ha eguali.