Federica Dal Ri ha chiuso un cerchio. Ci voleva la gara sui 42 km e rotti per incamerare l’ennesimo titolo, quello che mancava: la maratona. Lei donna decisa, mamma di Chiara, moglie di un’icona del crossismo italiano e della nazionale sui prati che risponde al nome di Gabriele De Nard, ha lasciato anche sui “social” una sorta di ringraziamento verso coloro che l’hanno amata (agonisticamente parlando) e che domenica a Verona hanno creduto in lei.
Bastava parlare qualche minuto con Federica Dal Ri (mi raccomando senza accento sulla i) al telefono ed essere investiti da una vivacità, una qualità di linguaggio e di determinazione a volte difficili da trovare. “Sì, d’accordo ero la favorita, ha esordito Federica, ma si tratta sempre di una maratona, non di una 21 km più una 21, oppure di un cross o un 10 mila in pista di difficile interpretazione. Pertanto vincere, sembrava facile, ma bisognava arrivare sino alla fine, ben sapendo che al 30º chilometro la maratona presenta il suo conto. E’ capitato anche a me, mi ha seguito sino al 33º km Antonio Toninelli, poi mi ha lasciato al mio destino. Pensavo di chiudere in 2h33’/2h34’, il crono a metà di 1h17’20” era dalla mia parte, poi si devono fare i conti con il proprio fisico così ho tagliato il traguardo in 2h37’45”. Ma ho vinto!
Un anno assai particolare per la signora De Nard poiché a marzo ha indossato il tricolore a Gubbio (corsa campestre) e che in passato è stata campionessa italiana su pista e anche nelle indoor. Un’atleta a tutto tondo. Federica Dal Ri è un esempio per le giovani speranze italiane specie per il suo attaccamento ai colori sociali “Esercito” e all’atletica in generale.
La preparazione è iniziata l’1 Agosto ed è proseguita senza particolari intoppi, sino alla conclusione nella Veronamarathon. “Faceva freddo c’erano cinque gradi al via ci ha ricordato Federica, ma dopo pochi chilometri ho buttato i guanti, la gara me la sono “bevuta” tutta al comando. Ero la favorita, dovevo dimostrarlo. Però non sono e non sarò mai una maratoneta di livello internazionale, per arrivare a cogliere certi risultati (tempi) ci vuole molta esperienza, che di certo non posso costruirmi ora alla mia età. Non fa nulla. Non rimpiango niente del mio passato di atleta di essermi infangata con le campestri, anzi sapete che vi dico? Ci rivediamo nel 2018 con i cross, sfida uomo contro uomo, pardon donna contro donna, senza interessarci del cronometro”.
Ti aspettiamo.