Da sabato 25 a mercoledì 29 aprile, ecco cosa accadde negli stessi giorni che stiamo vivendo.
25 aprile: Michelangelo Arena campione d’Italia (1980); 26 aprile: miglior prestazione europea di Gerd Njiboer (1980); 27 aprile: nasce Meselech Melkamu (1985); 28 aprile: Gianni Poli vince il primo titolo italiano di maratona a Milano (1984); 29 aprile: Eyob Faniel Ghebrehiwet, 1:00’53” in mezza maratona.
Aprile, il “più crudele di tutti i mesi” (secondo il poeta Eliot), volenti o nolenti è anche il mese primaverile “più maratoneta” che ci sia. E allora, dall’albo dei ricordi, spicca una cover cartacea del mensile “Atletica” dedicata all’arrivo solitario in piazza Duomo di Gianni Poli, che uguaglia al centesimo il record italiano (sempre in possesso del talento bresciano seguito da Gabriele Rosa): 2:11’05”. È il 28 aprile 1984. Qualche anno prima la maratona si colora di orange grazie a Gerd Njiboer, che vince a Amsterdam in 2:09’01”, nuovo limite europeo. Qualche mese dopo, a Mosca, il Cruyff della corsa su strada sfiorerà la vittoria all’Olimpiade, preceduto dal solo Waldemar Cierpinski. Eyob Faniel inizia a innescare il suo talento a Padova il 29 aprile 2019. In una giornata tutt’altro che primaverile corre la mezza maratona in 1:00’53”, quinta prestazione italiana all time.
25 aprile 1980 – A Roma si disputano gli Italiani di maratona. Gioca in casa Michelangelo Arena delle Fiamme Gialle, e alla fine conquisterà il secondo titolo consecutivo. Il mezzofondista siciliano se la deve vedere con un coriaceo antagonista come Anelio Bocci, che neanche un anno dopo correrà in Giappone in 2:12’11”. Il confronto è acceso, ma alla fine Arena prevale in un tattico 2:16’17” lasciando a una trentina di secondi l’alfiere del Telettra Rieti. L’anno prima Arena aveva vinto a Mirandola (Modena) davanti a Marco Marchei. Terzo è Giampaolo Messina (Cus Torino), 2:18’26”, e quarto Gianni Poli (San Rocchino Brescia), 2:18’31”. Settimo è Orlando Pizzolato, allora tesserato per l’Emar Schio, 2:19’39”.
26 aprile 1980 – L’olandese Gerd Njiboer stupisce il mondo vincendo ad Amsterdam con 2:09’01”, nuova migliore prestazione europea di tutti i tempi in maratona, limando 27 secondi al record vecchio dieci anni stabilito dal leggendario Ron Hill a Edimburgo. Il tutto in perfetta solitudine. Il 1980 sarà davvero un anno felice per il venticinquenne “orange”. All’Olimpiade di Mosca Gerd riesce a mantenersi lucido in una gara dove abbondano strappi e attacchi: il primo di agosto sarà argento in 2:11’20”, ultimo a cedere all’allungo di Waldemar Cierpinski, 2:11’03”. Il 12 settembre 1982, sul mitico percorso dalla baia di Maratona verso Atene, Njiboer riuscirà finalmente a vincere l’oro degli Europei in 2:15’16” al termine di un percorso durissimo. Poi sarà sesto agli Europei di Stoccarda 1986, nella gara che accende la stella di Bordin.
27 aprile 1985 – Nasce in Etiopia (nella regione Amhara) Meselech Melkamu. Lo scricciolo (1.58 x 47 kg) diventa regina stabilendo, nel 2009, il record africano dei 10.000 m. Sui classici 25 giri in pista l’esile ragazza chiude in 29’53”80, crono che per molti anni sarà la seconda prestazione mondiale di tutti i tempi, preceduta solo dal tempo di 29’31”78 della discussa cinese Wang Junxia. Succede a Utrecht (Olanda), il 14 giugno 2009. Brava cronometricamente (correva i 5.000 m in 14’33’83”), non altrettanto agonisticamente: di lei si ricorda solo il secondo posto ai Mondiali di Berlino, preceduta per un’inezia (sui 10.000 m) dalla keniana Linet Masai.
28 aprile 1984 – Gianni Poli vince il primo titolo italiano di maratona a Milano. Magnifica la prova del bresciano: dopo pochi chilometri lascia la compagnia di Alfio Ciceri, Armando Scozzari, Vito Basiliana e Mariano Penone per prendere il largo da solo. A un chilometro dalla fine Poli è costretto a rallentare per crampi, ma è tale il distacco inflitto agli altri, che taglia ugualmente il traguardo per primo in piazza Duomo in 2:11’05”, uguagliando al centesimo la sua migliore prestazione (che era record nazionale) ottenuta l’anno prima ai Mondiali di Helsinki. Secondo è Vito Basiliana (Cus Ferrara), 2:14’43”, terzo Armando Scozzari (Cus Palermo), 2:15’34”, quarto Mariano Penone (Cus Genova) 2:15’37”. Purtroppo un infortunio al ginocchio lo costringerà a rinunciare all’Olimpiade di Los Angeles.
29 aprile 2019 – Non sembra Primavera in quel di Padova. Fa freddo e a tratti piove forte. È la giornata della Maratona del Santo, e, più laicamente, sarà un momento speciale per Eyob Faniel Ghebrehiwet (nella foto). Il mezzofondista allenato da Ruggero Pertile, enfant prodige di casa, vola letteralmente sulla distanza della mezza maratona. Senza rivali in grado di impensierirlo, taglia il traguardo in 1:00’53”, quinta prestazione italiana di tutti i tempi. Altrettanto bene Sara Dossena, prima in 1:10’56”. Un pochino più “normali” le prestazioni che arrivano dalla distanza intera: doppietta africana per merito del keniano Samuel Lomoi (2:12’20”) e dell’etiope Abera Demisse (2:29’30”). Per Faniel sarà l’inizio di una road map che lo porterà, a poco a poco, al record italiano in maratona (2:07’19”).