Da lunedì 13 a venerdì 17: cosa accadde in queste date, marathon happy day!

Da lunedì 13 a venerdì 17: cosa accadde in queste date, marathon happy day!

12 Aprile, 2020
Jane Monti/RRW
13 aprile: il record del mondo di Paula Radcliffe, il primo tempo italiano sotto le 2:08’ (Baldini); 14 aprile: il primo meno 2:11’ in Italia (Pizzolato); 15 aprile: la velocissima edizione 2018 della Lago Maggiore half marathon; 16 aprile: il record europeo di Pinto; 17 aprile: Dinsamo e il primo sub 2:07’.

Aprile significa maratona. Da sempre. Inevitabile che la rassegna degli episodi più importanti accaduti in quelle stesse date che stiamo vivendo sia concentrata nel mondo dei 42,195 km.

C’era una volta un trio primaverile di maratone (Rotterdam, Boston, Londra) dal quale scaturivano grandissime prestazioni, se non record mondiali. A parte il terribile coronavirus, i record (i puristi direbbero: migliori prestazioni mondiali) si sono spostati decisamente in autunno, a Berlino. Noi, però, che trattiamo il “Domani avvenne”, ricostruiamo l’aprile di qualche anno fa vissuto sui classici 42,195 chilometri.

13 aprile 2003 – Paula Radcliffe scrive una pagina fondamentale della corsa femminile. La ragazza inglese di Nortwich (a destra, nella foto di Londra 2015) entra nel trentesimo anno di età con 2:15’25” nella maratona. Succede nella London Marathon, ciliegina sulla torta di una carriera atletica ricchissima di risultati. Non ci sono questa volta mezzofondiste africane che ne sfruttino la ruota: la aiutano i keniani Samson Lopuyet e Christopher Kandie, poi Paula, con la caratteristica andatura ciondolante, è da sola e piomba sul traguardo migliorando di 1’29” il precedente record. Ci vorranno altri 16 anni prima che una donna riesca a correre più forte (Brigid Kosgei, 2:14’04”, Chicago 2019).

13 aprile 2003 – Sempre a Londra, sempre un record, sempre un 13 aprile, ma è quello del 1997 e il primato è italiano. Stefano Baldini un anno prima aveva conquistato l’oro nei Mondiali di mezza maratona a Palma de Majorca. Il banco di prova è la prestigiosa (e ricca di premi) maratona di Londra. Stefano, oltre a keniani ed etiopi, se la deve vedere con un portoghese, Antonio Pinto. È una sfida alla pari: entrambi hanno ottimi personali in pista, ma dalla parte del lusitano pende una perfetta conoscenza del percorso (aveva vinto nel 1992). Forse è questo il fattore che gli fa vincere una volata spasmodica: Pinto prevale in 2:07’56”, un solo secondo in meno del campione di Castelnovo di Sotto (RE). Stefano, per primo in Italia, scende sotto il limite di 2:08’00”. Entrambi precedono, il campione olimpico di Atlanta ’96, Josiah Thugwane, terzo in 2:08’06”.

14 aprile 1985 – Sulle strade di Hiroshima (Giappone) Orlando Pizzolato è il primo, nella storia dell’atletica italiana, a scendere sotto il limite di 2:11’00” in maratona in occasione della Coppa del mondo di maratona. La gara si sviluppa subito su ritmi altissimi, grazie alla volontà di vittoria di Takeyuki Nakayama. A metà il passaggio è in linea con il mondiale del gallese Steve Jones, poi nel finale emerge uno dei protagonisti on the road degli anni ottanta, Ahmed Salah di Gibuti (ex Somalia francese). Il finale è da cardiopalmo: 2:08’09” di Salah contro 2:08’15” di Nakayama. Terzo un altro mezzofondista gibutiano, Djama Robleh (2:08’26”). Sesto Orlando Pizzolato (2:10’23”). Commovente è l’abbraccio fra Pizzolato e Massimo Magnani, nono in 2:11’02” (record personale). Aldo Fantoni è 15° in 2:12’09”. L’Italia è quarta fra le nazioni. Svetta a sorpresa Gibuti davanti a Giappone e Etiopia.

15 aprile 2018 – Stresa per una volta esce dal cliché della località turistica per approdare nella top ten dell’anno delle mezze maratone. In riva al Lago Maggiore il keniano trentatreenne Daniel Kipchumba Chebii vince in 59’06” superando in volata Ndiwa Mang’ata (59’07”). Sotto l’ora di corsa (e nettamente) anche il connazionale Josphat Kiptoo Boit (59’19”), terzo all’arrivo, che completa un podio di grande valore. La media cronometrica dei primi tre proietta la gara nella classifica nazionale delle “mezze” più veloci, dominata dalla Roma-Ostia.

16 aprile 2000 – Antonio Pinto, ex ciclista poi diventato fior di mezzofondista e crossista, fa sua la maratona di Londra sfruttando il fattore campo: primo nel 1992 con 2:10’02”, vincitore con 2:07’54” nel 1997 davanti a Stefano Baldini, come qui già ricordato. Quando i giochi si fanno duri, Antonio spinge sull’acceleratore, perché non si vuole portare dietro il marocchino Abdelkader El Mouaziz e l’americano Khalid Khannouchi. Vince in 2:06’36”, record europeo, che curiosamente verrà uguagliato al centesimo dall’estroso francese Benoit Zwierzchiewski.

17 aprile 1988 – È un sabato a Rotterdam, e il percorso che si snoda dal centro verso le piste ciclabili, quindi sul ponte e fa ritorno in città rivela clamorosamente l’etiope Belayneh Dinsamo. Il poliziotto di Sidamo, fino a quel momento conosciuto solo dagli addetti ai lavori, entra nella storia per essere il primo a scendere sotto i 2:07’00”. Lo fa con scansione del ritmo perfetta, con una media fra 3’00” e 3’01” al chilometro. Ahmed Salah di Gibuti non vuole cedere, e accompagna Dinsamo in una sequenza quasi virtuale con 15’05” (5 km); 30’05” (10 km); 45’06” (15 km); 1:00’12” (20 km); 1:03’22” (mezza maratona); 1’15”12 (25 km); 1:30’12” (30 km); 1:45’22” (35 km); 2:00’20” (40 km), 2:06’50” il tempo finale. Salah chiuderà in 2:07’07” e sarà per molti anni il più veloce secondo di sempre. Gli organizzatori, particolare curioso, dedicheranno al vincitore una suite “Dinsamo” nell’albergo che ospita di solito i top runner della città olandese.

Per finire, seppure in ritardo, ci piace ricordare che:

12 aprile 1987L’Italia vince la Coppa del mondo di maratona a Seul (Corea del Sud). Ancora una volta è Ahmed Salah di Gibuti a cogliere il primo posto in 2:10’55” davanti al giapponese di gran classe Taisuke Kodama. Salvatore Bettiol si supera ed è terzo in 2:11’28”. Salvatore Nicosia è quarto in 2:12’13”, Osvaldo Faustini quinto in 2:12’57”. Gli azzurri, con forze fresche, si permettono il lusso di trionfare davanti al Giappone, cui ancora sfugge il gradino più alto del podio nonostante la maratona sia una “religione” nel paese del Sol Levante.

 

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