Yeman Crippa è tornato sabato 19 febbraio. Volo proveniente da Nairobi, capitale del Kenya. Il suo è stato quasi una fuga da episodi negativi. Aveva lasciato l’Italia con un diavolo per capello, per usare un eufemismo. A dicembre, mentre si trovava nel gruppetto di testa a Dublino (Europei di cross) un violento dolore al fianco destro lo aveva fatto desistere, podio quasi certo in una competizione che in passato gli ha dato soverchie soddisfazioni. Tutto rimandato alla fine del 2021, lo attendeva l’appuntamento di fine anno più importante: la Boclassic. Nulla da fare. Un raffreddore, un po’ di tosse, un salto dal medico. Ecco scoperto l’arcano: Covid-19.
Qualche giorno ai box e poi via in volo verso il Kenya. Ci è rimasto dall’11 gennaio per 40 giorni, dove ha condotto una vita da monaco trappista, come sono soliti i maratoneti e i fondisti in genere. Sveglia all’alba quando il sole è ancora sotto le coltri, riscaldamento, poi verso le 6 (in Kenya, esattamente a Iten siamo sulla linea dell’Equatore le giornate sono con 12 ore di luce e 12 di buio) si parte con i primi raggi che illuminano le strade. Via di corsa allegramente con i compagni di viaggio per la prima sgroppata. La seconda di solIto quando il sole decide di togliere il disturbo. Nel mezzo un pranzo, un sonnellino, playstation, tante partite a carte. La sera alle 9 tutti in camera, alle 10 si spegne la luce. Via così per oltre un mese. Si deve ritrovare quella forma che si è leggermente smarrita lo scorso anno, dove Yeman per una ragione o per l’altra non ha replicato il fantastico 2020.
Chilometri ingurgitati in quota (2.350m) dove si trova la località keniana meta, non solo degli stessi atleti dell’Africa ma anche di Europei. Lavori in pista una volta la settimana, i “lunghi” in strada in zone sterrate e collinari con tratti ben asfaltati. Yeman ha potuto godere della presenza di Massimo Pegoretti, suo tecnico, che l’ha raggiunto dopo una settimana e l’ha lasciato, si fa per dire, solo nell’ultimo periodo. Ora, finalmente, l’attende l’esordio nel 2021.
La scelta è caduta sulla mezza maratona di Napoli in programma domenica. Massimo ci ha raccontato di un percorso veloce di andata e ritorno, nella speranza che sul mare non soffi un vento contrario agli atleti. Lo scorso anno dopo la sfortunata esperienza dell’aeroporto di Ampugnano, dove si corse una mezza vinta da Eyob Faniel in 1h00’07 (primato italiano) Yeman alzò bandiera bianca dopo 11 km. L’esperienza non l’ha più ripetuta. Ha pensato bene di non avventurarsi nella half marathon che si è disputata negli Emirati Arabi, vinta da Kiplimo in 57’56”, meglio provarsi su un terreno diverso, magari con pacemaker “dedicati” allo stesso ragazzo trentino.
Inutile stare a chiedere cosa si attende dal risultato. La speranza è di correre sotto i 60’, oppure di portare a termine una prestazione di livello: il ritiro agli Europei di cross gli è rimasto sullo stomaco, non lo ha ancora digerito. Poi andrà a caccia del minimo per i Mondiali nei 10.000 che non ha ancora realizzato. Leggetevi il tempo: 27’28”! Una cosetta da nulla, cercando di arrivarci il prima possibile, visto che la stagione partirà assai presto con Mondiali a metà luglio ed Europei dopo tre settimane.