Il fattore T (Tamberi, Trost, Tortu) in apertura di stagione indoor

Il fattore T (Tamberi, Trost, Tortu) in apertura di stagione indoor

30 Gennaio, 2018
Alessia Trost con Gianmarco Tamberi (foto Giancarlo Colombo)

E’ partita la stagione indoor. Un paio di mesi sotto tetto, iniziando come sempre da Ancona. Il PalaMarche è un punto fermo della stagione invernale per l’attività in pista, si parte dai primi di gennaio e si calcano pista e pedana sino alla fine di marzo. Poi a metà del mese più corto dell’anno arrivano gli Assoluti, piazzati in calendario a ridosso dei Mondiali che quest’anno si disputeranno a Birmingham (1-4 marzo).

Esaurita questa doverosa premessa si deve parlare dei nostri azzurri che hanno aperto le danze della stagione indoor. Parto dal più giovane Filippo Tortu. Questi intende ripetere i passi dello scorso anno, pertanto solo un appuntamento al coperto che ha visto il giovane sprinter misurarsi con eccellenti “topi di sala” a Berlino. Pippo è andato bene, visto che ha limato in entrambe le occasioni (batteria e finale) il limite personale, portandolo a 6”62 sui 60 piani (aveva 6”64). Meglio in batteria (vinta), mentre in finale, complice una partenza piuttosto complicata, è arrivato “solo” secondo dietro a Su Bingtian figlio del Sol Levante, velocista da meno dieci nei 100 metri, argento in staffetta ai Mondiali di Londra.

E’ toccato poi alla coppia Gianmarco Tamberi/Alessia Trost. Non pensate in maniera errata, coppia perché si parla entrambi di specialisti del salto in alto, allenati dallo stesso tecnico Marco Tamberi, papà di “Gimbo”. I due ragazzi che amano volare verso il cielo hanno iniziato la loro “scalata” verso i 2 metri (lei) e i 2,40 (lui). Questo è l’obiettivo dell’anno, Europei di Berlino questa estate, compresi. Le prime rincorse a Hustopece nel Moravian Tour, dove due anni fa Gimbo partì per arrivare sino all’oro sotto tetto di Portland, all’Europeo di Amsterdam. “Salto più dello scorso anno” ha guasconamente dichiarato prima della gara. Ma a volte si deve fare i conti con la condizione che è ancora certamente non a livelli eccelsi, nonostante un proficuo periodo di allenamenti in Sudafrica. Così il settimo posto con la misura di 2,25 non è di certo da segnare negli annali della sua carriera. Ha vinto il russo Lysenko con uno stupendo 2,37.

Il discorso vale anche per Alessia. Per lei il tragitto è forse un tantino più complicato. E’ certo che avere cambiato tutta la preparazione e il modo di saltare, è assai difficoltoso. Lei stessa aveva affermato: E’ come se avessi dovuto imparare a scrivere con la mano sinistra…Così la pedana dell’impianto della Moravia dopo un percorso netto sino a 1,90 le ha negato la possibilità di salire oltre. Dunque si deve parlare ancora di rodaggio per i due azzurri. Tra l’altro sarà bene ricordare che in campo femminile ha vinto Laverne Spencer di S. Lucia con 1,93. Nulla di eccezionale. I due altisti ritorneranno in gara sabato a Karlsrhue, dove prosegue la stagione indoor.