Ultra trail: diventare “finisher” comincia dalla testa 

Ultra trail: diventare “finisher” comincia dalla testa 

26 Luglio, 2017
(Foto: Pierluigi Benini)

Cercare gli stimoli giusti e le motivazioni capaci di farci superare le crisi. È il concetto base per affrontare la nostra prima avventura fuori strada. Ma cosa occorre per affrontare un ultra trail?

La risposta è complessa, perché complesso è il trail running. A differenza di quanto accade nella corsa su strada, non basta concentrarsi sulla condizione atletica.

Condizione atletica

Il pensiero dei tanti chilometri si traduce spesso nella paura di non essersi allenati abbastanza, ma l’avvicinamento a un ultratrail deve essere caratterizzato da un recupero della freschezza.

Mente

È l’elemento fondamentale per portare a termine l’ultra trail. Sarete soli con voi stessi per tante ore. Cercate gli stimoli giusti, le motivazioni capaci di sostenervi durante le crisi. Individuate dei traguardi parziali, che vi aiuteranno a ridimensionare le difficoltà.

Divertimento

Affrontare serenamente la prova, senza ansia da prestazione. Godete dell’ambiente che vi circonda: la sua bellezza non svanirà nella nostra mente, a differenza del ricordo delle fatiche e dei dolori muscolari.

Tattica

È fondamentale imporsi un’intensità di sforzo proporzionata alle proprie capacità. Non cercate a tutti i costi la compagnia: anche l’amicizia va rodata e allenata nei lunghi, per accertare l’affinità atletica, ma anche quella psicologica.

Crisi

La crisi arriva di sicuro, causata da un’alimentazione inadeguata, un’idratazione insufficiente, condizioni meteo sfavorevoli o stanchezza.

Potrà sembrare paradossale, ma con l’alternarsi di salita e discesa i crampi si attenuano, per cui proseguire è a volte la cosa migliore da fare. Provate ad abbassare il ritmo cercando di non fermarvi, mangiate dei gel energetici con acqua e aspettate i primi sintomi di ripresa.

Notte

Quella che vivremo in gara non dovrà essere la prima che trascorriamo correndo, bisogna aver già provato le sensazioni legate all’oscurità e testare i dispositivi di illuminazione.

Informazioni

Più informazioni riusciamo ad avere, più aumenta la nostra possibilità di distribuire lo sforzo e calibrare l’intensità della corsa. Molto utili i consigli degli organizzatori durante il briefing e i commenti dei concorrenti già esperti del tracciato.

Nota: Questo testo rappresenta una sintesi dell’articolo di allenamento intitolato “Primo: il “finisher” comincia dalla testa”, di Fulvio Massa, pubblicato su Correre n. 394, agosto 2017 (in edicola da sabato 29 luglio), alle pagine 32-35, all’interno dello speciale “Sogni da runner”, dedicato alle 10 ultra trail che fanno sognare tutti gli appassionati.

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