“Sogni” è la parola-architrave di questo numero di agosto.
C’è uno speciale che vi attende da pagina 20: “Sogni da runner, mostruosi, ma non del tutto proibiti” lo abbiamo intitolato, forse anche perché erano quelli i giorni in cui era mancato il Grande Qualunque, Paolo Villaggio, che ci ha insegnato a fare i conti ridendo con la nostra mediocrità.
In redazione cominciammo a pensare a questo speciale durante la stesura di uno dei servizi dedicati, negli anni, alla Marathon des sables. Avevamo raccolto le testimonianze degli italiani che la portarono a termine e ci eravamo accorti che, veloci o lenti, erano tutte persone che erano partite da un sogno (tagliare il traguardo di quella gara mitica) e poi avevano cominciato a progettare di traghettare quel sogno nella realtà. Con consapevolezza, con l’adeguata lentezza che quel progetto richiede, costruendo la mentalità giusta per affrontare la competizione. L’idea dello speciale si era fatta poi più impellente da quando Leonardo Soresi aveva portato penna e scarpette, ma soprattutto sé stesso, dentro i canyon infuocati della Western States, la madre di tutto il mondo ultra trail, e ne era tornato con la fibbia impagabile di finisher. Il suo altrettanto impagabile servizio trasmetteva un messaggio preciso: ci sono cose che non potrai mai fare se prima non le hai sognate.
Al di là di questo servizio speciale che occupa 18 pagine, tutto il numero di Correre di agosto è percorso dal concetto di “sogni da runner”. Perché i sogni da runner in realtà sono tanti. Ogni volta che qualcuno comincia a correre o appende ancora una volta un obiettivo nel progetto di una nuova stagione, dentro c’è un sogno da runner.
A volte anche la normalità è un sogno. È così per i corridori che vivono nel Centro Italia che ormai un anno fa venne devastato dal terremoto.
L’altro dossier di questo numero è dedicato proprio alla passione dentro al cratere: grazie alla conoscenza del territorio di Paolo Sinibaldi (Abruzzo), Luca Uccellini (Umbria) e Luca Cassai (Marche) abbiamo trattato l’anniversario “alla Correre”, con lo spazio che tutte le società, famose e non, e tutte le manifestazioni, famose e non meritavano.
È il nostro marchio di fabbrica.