Le consiglia Orlando Pizzolato, per rendere più sopportabili gli allenamenti più intensi, come ad esempio le ripetute o il fondo medio, soprattutto ai giovani che corrono da poco tempo o agli amatori al rientro da uno stop. Il risultato? Minor fatica e maggior rendimento.
“Lo stop che si fa durante una gara o un allenamento non consente di ripristinare le scorte energetiche progressivamente svuotate sotto sforzo, ma quando poi si riprende a correre si percepisce un ritrovato benessere. Questa favorevole sensazione può durare davvero poco, ma ripartire in una condizione migliore rispetto a quando ci si è fermati è positivo a livello psicologico.”
Con questa affermazione, Orlando Pizzolato introduce un argomento che è “tabù” per molti runner: fermarsi o rallentare mentre si corre non è una vergogna, ma un espediente utile ad allenarsi meglio, con risultati più utili.
Fermarsi per continuare
“Nel mondo delle corse di resistenza, dove l’imperativo è resistere, sembrerebbe un paradosso fermarsi a fare una pausa per durare a lungo – prosegue infatti Pizzolato -.
Orlando prosegue presentando i lavori scientifici che dimostrano la validità delle pause nell’allenamento, dai punti di vista mentale ma anche fisiologico, e propone infine due esempi di utilizzo delle pause in due tipi di allenamento intenso, che i runner dimostrano di “soffrire” particolarmente: la corsa media e le ripetute.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Le pause che fanno correre meglio”, di Orlando Pizzolato, pubblicato su Correre n. 451, maggio 2022 (in edicola da inizio mese), alle pagine 28-30.