Correre dall’altra parte del mondo è un traguardo ambizioso, ma molti podisti sono spaventati dagli effetti negativi del fuso orario. Ecco alcuni accorgimenti da mettere in atto prima, durante e dopo il viaggio.
Tra i sintomi più comuni del jet lag troviamo: stanchezza fisica e mentale, disordini del sonno, mal di testa, irritabilità, diminuzione della concentrazione e disturbi gastrointestinali. Alla base del jet lag vi è l’alterazione delle oscillazioni periodiche delle funzioni biologiche, come temperatura, frequenza cardiaca, pulsatilità ormonale e pressione arteriosa. L’oscillazione giornaliera di queste variabili fisiologiche viene indicata come ritmo circadiano e la modifica della struttura temporale dei ritmi circadiani può portare anche a un peggioramento della prestazione fisica e mentale in gara.
La velocità di adattamento al cambiamento di fuso è in parte soggettiva e in parte modificabile: può essere velocizzata da alcuni comportamenti e può essere più o meno rapida in funzione della direzione del volo. Quattro consigli per ridurre gli effetti negativi del jet lag:
Nei giorni precedenti la partenza spostare l’orario degli allenamenti alla sera.
Appena atterrati, se possibile adeguarsi subito al ciclo sonno-veglia del luogo e all’orario dei pasti. Una breve corsa nel tardo pomeriggio può attivare il sistema nervoso e facilitare il recupero post volo.
Allenarsi il primo mattino post volo intercontinentale ricercando un orario simile a quello della gara.
Curare l’alimentazione e l’idratazione, evitando sostanze eccitanti o cene molto caloriche che possano ritardare l’orario di addormentamento.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Corsa e jet lag: i segreti per vincere il fuso”, di Huber Rossi, pubblicato su Correre n. 389, marzo 2017, alle pagine 24-26.