La 32a edizione della 50 Km di Romagna ha registrato la presenza di 615 atleti e 1.600 camminatori. Al comnado si è portato un gruppo di 8 atleti marocchini, tra i quali si sono subito distinti Mohamed Hayyj e di Rachid Benhamdane, accasato a Savignano. I due hanno condotto la corsa a 3’30″/km per i primi 20 km, poi Benhamdane si è toccato la coscia, segno di una probabile contrattura, fermandosi. Rimasto solo al comando, Havyyi ha dovuto guardarsi dal tentativo di recupero operato da un quintetto composto dai connazionali Zain, El Makrout, Kabbouri, dall’ucraino Glyva e dal romagnolo Lucchese, che una volta ritiratosi anche Zenucchi ha sognato il titolo italiano di specialità sin dopo Zattaglia (34° km), poi si è dovuto arrendere a sua volta. La marcia di Hayyj però non ha mai conosciuto intoppi, anche se da dietro si è sganciato l’esordiente Zain, fresco dell’oro nella maratona del Lamone, avvicinandosi senza però mai arrivare a meno di un minuto dal battistrada. L’azione di rimonta risultava esaurita a Villa Vezzano (meno 9 km) quando l’intervallo tra il battistrada e l’inseguitore risultava risalito a 3’. Solitario, Mohamed Hayyj, residente a Terni, nel giorno del suo trentaquattresimo compleanno tagliava il traguardo di Castelbolognese in 2:54’19”. “Ho migliorato 3 minuti dallo scorso anno, – ha commentato a botta calda l’alfiere della Celtic Druid Castenaso – ne sono felice e nel 2014 punto alla tripletta, ma questa volta da italiano, perché sono in attesa del passaporto.” Noi aggiungiamo che è il secondo crono da quando il percorso è certificato. Attardato di 4’36” è giunto Zain, anche lui ternano d’adozione, che ha pagato lo stress della discesa, e a chiudere il podio è giunto il marocchino Kabbouri (a 12’04”), davanti all’ucraino Glyva (a 15’25”). Il campionato Italiano di specialità invece si è risolto in un pugno di secondi, con il barese Francesco Milella spuntato dal nulla (anche se recente trionfatore della 100 km di Seregno), che ha indossato la maglia grazie al 3:12’50” finale, precedendo Zambelli ed il favorito D’Innocenti per appena 31” e 67”. Tra le donne è purtroppo da registrare il forfait di Lara Mustat, qui vincitrice nel 2012, mentre Monica Carlin, che ha ripreso gli allenamenti solo da 2 mesi, è rimasta davanti fino a Casola Valsenio (25° km). A fianco aveva però due ossi duri come la slovena Aleksandra Fortin e l’ungherese Judit Nagy, che al suo rallentamento hanno spinto l’acceleratore sulla salita di monte Albano e hanno viaggiato appaiate fino a 8 km dal traguardo, quando la debuttante Fortin ha sfruttato un momento di crisi dell’avversaria, andando a vincere con 3:38’03”. Le altre medaglie sono andate al collo della Nagy (a 65”) e della stessa Carlin (a 5’46”), la quale per indossare l’ennesima maglia tricolore ha dovuto contenere la rimonta della modenese Neri (a 6’56”).