Maratona azzurra, qualcosa faticosamente si muove

Maratona azzurra, qualcosa faticosamente si muove

26 Gennaio, 2017
(Foto: Giancarlo Colombo)

Inutile girarci attorno: il 2016 è stato un anno di vacche magre per la maratona azzurra, soprattutto in campo maschile. Il colpo di grazia è arrivato con la maratona dei giochi olimpici di Rio de Janeiro, col ritiro di Daniele Meucci (1985) dopo solo 13 km di gara e le prestazioni sotto tono di Ruggero Pertile (38° in 2:17’30”) e Stefano La Rosa, classe 1985, (57° con 2:18’57”). Una situazione negativa che trova riscontro anche nelle classifiche mondiali stagionali, dove il migliore azzurro è il quarantaduenne Ruggero Partile, ben oltre la duecentesima posizione.

La seconda parte di stagione ha fatto registrare tre buone prestazioni, magari non trascendentali sul piano cronometrico, ma perlomeno incoraggianti in prospettiva a medio e lungo termine: Francesco Bona, 1983, (2:14’59” realizzato a Reggio Emilia a metà dicembre, PB eguagliato), Renè Cuneaz, 1988, (2:15’32” realizzato Francoforte a fine ottobre, PB), Eyob Faniel Ghebrehiwet, 1992, (esordio a Firenze a fine novembre in 2:15’39”). Molto giovane, ben seguito sul piano tecnico dalla coppia Chittolini-Pertile e con la possibilità di allenarsi a tempo pieno, il ragazzo italo-eritreo sembra avere i mezzi per migliorare di diversi minuti il proprio personale.

Da tenere d’occhio anche Manuel Cominotto, 1990, che ha esordito a Torino con un discreto 2:18’09” e Alessandro Giacobazzi, 1996, il cui debutto sotto le aspettative a Reggio Emilia (2:23’26”) va però considerato alla luce di qualche pit stop imprevisto.

Per quanto riguarda il settore femminile, la rientrante Valeria Straneo, classe 1976, ha chiuso la maratona olimpica in 13° posizione in 2:29’44”; Catherine Bertone (1972), 25° a Rio in 2:33’29”, nel 2016 ha portato il proprio personale a 2:30’18” a Rotterdam lo scorso aprile; Fatna Maraoiu (1977) a Firenze ha corso in 2:30’52”, mancando per soli due secondi il proprio primato personale; Emma Quaglia (1980) nel novembre scorso a Valencia ha chiuso in 2:30’57”, suo secondo risultato di sempre; Giovanna Epis (1988) a Francoforte si è migliorata con 2:35’37”; Layla Soufiane (1983) ha corso a Torino in 2:36’32”; Ivana Iozzia (1973) a Venezia ha siglato un 2:37’04”; Sara Galimberti (1991), dopo un lungo stop per un infortunio, ha debuttato a Reggio Emilia in 2:39’16”.

Nel prossimo biennio si dovrebbe completare il ricambio generazionale in campo femminile, mentre in campo maschile si attende il pieno recupero di Daniele Meucci e Stefano La Rosa.

Nota: questo contributo rappresenta una sintesi del servizio intitolato “Maratona azzurra: qualcosa faticosamente si muove”, pubblicato su Correre n. 388, febbraio 2017, a firma dello stesso Autore 

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