Correre di novembre consiglia ai runner di dedicare i mesi di novembre e dicembre alla preparazione invernale. Un periodo di corsa senza gare serve a tutti, al runner consolidato come all’appassionato che solo nel 2017 ha preso confidenza con la corsa.
Tutti abbiamo bisogno di pensare che possiamo migliorare e migliorare è possibile a tutti.
Si parlava di preparazione invernale quando la stagione della corsa, in pista e su strada, si concludeva nel mese di ottobre e quella successiva si apriva con le corse campestri nel mese di gennaio.
Nel running di oggi non esiste più una pausa agonistica, ma di quella pausa il nostro corpo e la nostra mente hanno ancora bisogno. La preparazione invernale è il contenuto migliore di questa pausa. Preparazione invernale significa riposo e rigenerazione all’inizio e poi potenziamento e carico di lavori impegnativi, di quelli che è meglio effettuare lontani dalle gare. Il potenziamento, ad esempio, ci permetterà di aumentare l’efficienza muscolare, il che è indispensabile per aumentare poi il rendimento in corsa. Lontano dalle gare, inoltre, è più facile pensare a come sono andate le nostre corse negli ultimi mesi: ricordare le difficoltà ci permette di capire di cosa abbiamo bisogno per migliorare e di porvi rimedio per tempo, perché di tempo ha bisogno il nostro corpo per assimilare le modifiche imposte dall’allenamento. Occorre, cioè, scoprire in quali periodi dell’anno è meglio caricare e per quanto tempo dureranno i benefici ottenuti. Ma preparazione invernale significa anche aumentare la nostra conoscenza della corsa, per diventare più consapevoli: sapere a cosa serve un determinato allenamento ci aiuterà ad affrontarlo con più energia. A questo obiettivo sono dedicati, in modo particolare, tre contenuti di Correre di novembre: “La capacità di carico del podista” (Orlando Pizzolato), “Metodo polarizzato o piramidale” (Huber Rossi) e la terza puntata di “Come diventare ultrarunner” (Luca Speciani), dedicata a come sviluppare la potenza lipidica.