Zona mista – Top Ten

Zona mista – Top Ten

23 Settembre, 2014

E’ un momento assai critico per l’atletica leggera italiana, che si sta dipanando in questi giorni, con accuse più o meno gravi a molti azzurri. In attesa di cosa accadrà in un futuro immediato, prima di abbassare la saracinesca sulle gare in pista il prossimo week end a Milano, dove si svolgeranno i campionati di società, cambio vela per una volta.

Sulla cloaca massima dell’informazione e della disinformazione, che risponde al nome di facebook iniziano a comparire classifiche particolari e interessanti, come ad esempio i 10 migliori libri letti, oppure i 10 migliori film visti. Provo a lanciare una classifica dei 10 migliori (a parer mio) atleti (uomini) del nostro mondo. Come potrete vedere. Ho considerato solo gli atleti in vita, vi troverete dei nomi che provengono per 9/10 dal mondo della corsa o della marcia. Perdonatemi, ma nasco tapascione, non rinnego di certo le mie origini, anche se da qualche tempo (anno) ho lasciato senza rimpianti quel variegato mondo.

N.B. Solo atletica, ogni buon conto se mai dovessi fare una classifica dei personaggi del mondo dello sport (tutte le discipline) al primo posto posizionerei: Fausto Coppi. La celeberrima frase pronunciata da Mario Ferretti (Giro d’Italia del 1949) che a scanso equivoci non ho mai sentito in diretta: “un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome e Fausto Coppi” è’ stata must della mia infanzia. In più aggiungo, Coppi vinse 5 Giri d’Italia, 2 Tour del France, 1 Campionato mondiale su strada e 2 su pista (inseguimento). Qualora non ci fosse stata la seconda guerra mondiale (1940 – 1945) Coppi nato nel 1919 era nel fulgore dei suoi anni migliori quanto avrebbe vinto?

TOP TEN
Alberto Cova. Autore di una tripletta indimenticabile nei 10.000. Oro nell’82 Europei, oro ai Mondiali ’83, oro alle Olimpiadi ’84. L’ho visto sgobbare sulle pendici del Monte Stella a Milano e vincere una miriade di altre gare. Superbo. Un cannibale: il Merckx dell’atletica. In forma non ti faceva vincere neppure il Giro dei 3 Cantoni.

Stefano Baldini. Campione Olimpico, Europeo (2 volte) e 2 medaglie di bronzo ai mondiali di maratona e un titolo mondiale sulla mezza. Il ragazzo della porta accanto. Il maratoneta che ha dato ancora più sapore alla gara più lunga dei Giochi. Carta vincente per ogni organizzatore, anche in caso di mancata vittoria. Classe e eleganza da vendere, ottimo commentatore, abilissimo con la penna. Leggetelo, ve ne accorgerete.

Gelindo Bordin. Un gradino sotto Stefano. Gli stessi allori. Ai Giochi, agli Europei con un bronzo in meno nei Mondiali. Coriaceo, indisponente, allo stesso tempo simpatico, compagnone, casinista col quale tirare tardi la sera. Peccato che non sia più con il nostro mondo, non compare quasi mai in qualsivoglia manifestazione.

Francesco Panetta. Un titolo mondiale e uno europeo nelle siepi. Due argenti nelle siepi (Europei) e nei 10.000 (mondiali). Specialità: i 3000 siepi, che non ha mai amato. Non sapeva saltare. Mi ha fatto vivere un giorno indimenticabile a Spalato ‘90, con una vittoria da far accapponare la pelle. Mio collaboratore per 10 anni a “La Corsa”. Ottimo compagno di lavoro, infaticabile, puntuale, è anche mio amico.

Totò Antibo. Grande cuore. A Spalato nel 1990 ha fatto numeri incredibili (oro nei 5 e 10 mila), uniti a un argento nei 10.000 a Seul dietro a Boutayeb. Vive dimenticato nella sua Sicilia. Ci manca uno come lui.

Ivano Brugnetti. L’ho sempre definito genio e sregolatezza. Campione olimpico nella 20 km di marcia e mondiale nella 50km. Un diamante puro e grezzo. Aveva un tallone d’Achille quello di volere vincere a Sesto S. Giovanni nella classica di marcia (in altre parole nel cortile di casa) e di non esserci mai riuscito. Pure lui è mio amico.

Maurizio Damilano. La marcia. L’erede di Dordoni e Pamich. Su di lui si è campati per una vita. Esempio di serietà è attaccamento all’atletica. Oro olimpico nella 20 km a Mosca nel 1980.

Alessandro Lambruschini. Una medaglia bronzea olimpica dal sapor dorato (Atlanta ’96), bronzo in un Mondiale e un Europeo vinto a Helsinki nel ’94 nelle siepi con una gara perfetta. Pigro, capace di grandi performances, ma come dice il suo ex allenatore/suocero: un gran collaudatore di divani.

Gennaro Di Napoli. Un argento nei 1500 nel ’90, tre titoli sotto tetto nei 3000, due mondiali e uno europeo. Fantasioso, estroverso, simpaticissimo. Non ha reso il dovuto, per lui la gara più importante era quella dell’anno successivo. Il suo primato 3’32”78 nei 1500 resisterà una vita.

Giuseppe Gibilisco. E’ uscito di scena in questi giorni, senza dichiarazioni, conferenze. E’ stato l’ultimo campione del mondo italiano nel 2003 a Parigi con 5,90 nell’asta. Forse avrebbe potuto dire alla totalità dell’atletica: “non lasciatemi solo per troppo tempo ancora”.