Il periodo atletico nella nostra penisola non è di quelli che passeranno alla storia. Questo è un fatto assodato, ma stare a piangerci addosso non può essere un toccasana. Occorre, forse, ripartire e ridisegnare. Questo non spetta né al sito della rivista che ospita le mie opinioni e neppure al sottoscritto.
Comincio così in attesa di novità, a segnalare ciò che di buono ci resta tra le mani in questo finale di stagione. Domenica il meeting di Padova (con Fraser), oggi martedì 8 settembre il Palio della Quercia a Rovereto, domenica prossima l’appuntamento di Rieti, poi a fine mese i societari di Jesolo. Tutto ciò in chiave italiana. Lascio pertanto perdere venerdì la finale della Diamond League a Bruxelles, i meeting di Berlino, Zagabria e via dicendo, Decanation compreso.
Quattro appuntamenti importanti che si disputano nella nostra penisola, piazzati tutti nel finale di stagione, più o meno erano sempre stati collocati nel calendario in settembre (a volte Padova a luglio). Sono i pochi momenti dove in alcune località italiane si possono seguire gare di livello internazionale assoluto, con tanto di supporto televisivo. Gli altri meeting sono in spariti del tutto o quasi, vedremo ad esempio se il prossimo anno al Parco Ruffini tornerà il meeting intitolato a Primo Nebiolo, e se Rieti oltre agli assoluti, sarà in grado, come Rovereto lo scorso anno, di allestire campionati e meeting a distanza di un paio di mesi.
A Milano da quando la Notturna ha cessato di esistere, nella città dell’Expo, neppure quest’anno si è riusciti a mettere in piedi un meeting, anche se per il prossimo pare venga rilanciata la Pasqua dell’atleta per ricordare Renato Tammaro il presidente della Riccardi di Milano.
Io faccio un salto a Rovereto. L’ Unione Sportiva Quercia lo merita per la sua longevità, 51 edizioni del meeting sono tantissime e la pone in cima alla graduatoria nazionale assoluta di riunioni di atletica leggera.
Poi ci sono grandi campioni come Bondarenko, Lemaitre Pichardo (forse) e tanti azzurri chi reduci dal mondiale (Gianmarco Tamberi purtroppo ha dovuto rinunciare all’ultimo) e le giovani speranze italiane.
Particolare non indifferente: dopo sei anni gli organizzatori hanno deciso di fare pagare il biglietto d’entrata. Vedremo le reazioni degli appassionati.