Non tramutiamo il nostro orticello in un campo di calcio. Quello è un altro sport, che smuove interessi, masse di denaro, spettatori non riscontrabili in altre discipline. Perchè questo incipit? Perchè ieri sera nel mitico Leitzgrund di Zurigo, impianto che ne ha visti di tutti i colori in fatto di primati, di vittorie, di lotte si è consumata una che è una e vera e propria novità assoluta. Il transalpino Mekhissi-Benabbad nella finale dei 3000 siepi, giunto in dirittura d’arrivo con un margine di vantaggio considerevole sul connazionale Kowal, aveva la bella idea di togliersi la maglia, mentre ancora stava correndo, tenerla per un attimo tra i denti, tagliare il traguardo e poi sventolarla.
E’ finita che prima è stato ammonito, subito un giudice gli ha sventolato sul naso un cartellino giallo, poi l’ordine d’arrivo ufficiale lo dava vincitore, ma il medagliere non veniva aggiornato a favore dei cugini d’Oltralpe. Facevano reclamo gli spagnoli e questo veniva accolto. Il mezzofondista francese veniva squalificato. In questo caso le scuole di pensiero si sono divise: colpevolisti (ci sono pure io) e innocentisti. Tra questi anche qualche firma della rosea di Milano. In questo caso si sostiene che il saltafossi francese non ha fatto nulla di terribile, anche nel calcio avviene spesso e si ammonisce con tanto di cartellino giallo il denudato. La manchevolezza viene perpetrata a gol segnato e non mentre sta tirando in porta. Vi immaginate Totti che tira il rigore, si toglie la maglia prima o durante l’azione di corsa? No, non si può e non si può neppure in atletica. Certi eccessi di gioia tipicamente calcistici lasciamoli a loro.
Certo che ieri sera i francesi hanno fatto vedere un paio di stupidità assai notevoli. Oltre a Mekhissi-Benabbad anche Pascal Martinot Lagarde un tipo che corre con i manicotti griffati, ci dicono assai amato dalle donne, nella semifinale dei 100hs dopo aver ingoiato gli ostacoli prima del traguardo ha arriso letteralmente gli avversari, aprendo le braccia come volesse dire: che ci volete fare, sono il più forte. Peccato che in finale le abbia buscate dal russo Schubenkov. Subito è arrivata la risposta del francese con i capelli lunghi portati con le trecce: “ma il più forte sono io, quest’anno ho il tempo migliore”. Però l’oro al collo se lo è messo l’ex sovietico.
Restiamo in casa Francia questa volte per annunciare che questa mattina il francese Yoahn Diniz ha vinto la 50 km di marcia con il record del mondo e poco prima della metà ha dovuto fare i conti con un improvviso problema viscerale. Lo si è visto pulirsi…. Ci ha ricordato Pamich che a Tokyo 1964 si nascose dietro a un’auto per poi essere applaudito dagli spettatori giapponesi lungo il traguardo. Diniz ha finito urlando di gioia visto che il suo crono era di un clamoroso 3:32’33. Ne aveva ben donde. Tanto di cappello a Yoahn Champagne visto che sta dalle parti di Reims, dove abbondano bollicine, Yohan che aveva richiesto come tecnico Pietro Pastorini, poi non se ne fece nulla.