Iniziamo subito senza preamboli di sorta: Fabio Cappello, l’amatore che è mancato ieri al termine della Stramilano era uno di noi. Uno che come tutti i nostri lettori corre abitualmente. Adesso si sono scatenati tutti. Stare a ricercare un “colpevole” o dire sino a che punto si può “osare” ci pare un tantinello azzardato.
Dai blog sulla corsa (ma quanti sono..) dove tutti si ergono come depositari della verità, fustigatori di costumi, poi ovviamente ci ammanniscono di come prepararci per una maratona che è lunga 42 km e 195, con tanto di integratori ho letto che gli organizzatori non hanno tenuto conto del caldo e hanno fatto partire la mezza amatoriale alle 11, 00, anzi – visto che il sottoscritto era presente – alle 11,10.
Letto che ci deve essere una “linea rossa” dove ognuno avrebbe il dovere di non osare oltre. Non ho letto però che questo è un caso isolatissimo, non ricordo un’altra Stramilano con un lutto. La corsa nazionale popolare deve essere ringraziata, ha indicato a parecchi la via del benessere tramite la corsa lunga, se poi negli ultimi anni qualcosa è mutato, non dipende da loro.
Altro punto “stramilanese”, visti alla partenza della mezza alcuni deputati “Montecitorio Running Club” i quali hanno preso il via tra i top runner. Ogni commento mi pare superfluo. Così come chi ha scritto sulla rosea i nomi dei probabili candidati a Palazzo Marino nella non competitiva dei 50.000 (che adesso è diventata 60.000) in lizza per la poltrona di sindaco. Nessuno ci pare abbia evidenziato il tempo fatto registrare da James Wangari proveniente dal Kenya, via Giappone. Ventuno anni vive nei pressi di Nairobi a circa 2200 metri in quota. All’esordio sulla distanza Wangari ha chiuso in 59’12”, cancellando lo storico 59”17 di Paul Tergat del ’98, ma su di un altro tracciato.
A Milano domenica si è assistito a una gara affascinante, bellissima, con tanto pubblico con il buon Yassine Rachik al settimo posto, tra i nostri e Catherine Bertone W40 prima azzurra in un contesto tutto keniano.
Capitolo Tamberi
Adesso il campione c’è. Il marchigiano ha vinto una gara dai contenuti tecnici di grandissimo valore. Era ora per tutto il movimento atletico, ne abbiamo bisogno. Il personaggio c’è e buca il video, su questo non ci piove, sfrontato quanto basta, guascone, simpatico, con una faccia da bambino educato che salta sino in paradiso. Cerchiamo di tenercelo stretto e con i vari Fassinotti, Trost, Chesani, Donato e Greco, potrebbero essere gli uomini pronti a farci sognare a Rio. Visto come un oro può fare cambiare la prospettiva futura….