La prima esplosione del podismo verso una dimensione di massa avvenne esattamente 40 anni fa, nell’inverno 1973-74, favorita e in qualche modo stimolata dalle domeniche senz’auto, che all’epoca non avevano finalità ecologica, ma economica. Il blocco del petrolio attuato dai Paesi produttori dell’Opec indusse il Governo a razionare le scorte. Austerity si chiamò quel periodo nel quale giocoforza molti italiani si scoprirono camminatori e addirittura corridori.
«Si corre, si marcia o si cammina da Roma a Ostia» decise allora il maratoneta Luciano Duchi. La Roma-Ostia cominciò così. Sulla scia delle celebrazioni indette dalla più importante mezza maratona d’Italia, su Correre, mese per mese, con una copertina a parte mettiamo in evidenza le corse che ancora sono in vita tra le tante che allora partirono o erano da poco partite.
Solo nel week-end 8-9 marzo si sono svolte: Quater Pass a Gargnà (Gargnano, 42ª edizione), Correre con le Marmotte (Milano, 42ª), Quattro passi tra i sentieri delle… bionde (Saltrio, VA, 42ª), Marcia delle Primule (Magré di Schio, VI, 41ª), Stracivitanova (Civitanova Marche, MC, 40ª).
Ventotto, in totale, ne abbiamo contate in marzo (le trovate elencate a pagina 190-191), ventotto splendide quarantenni che, dalle notizie che ci giungono, sembrano godere ancora di ottima salute, prova ne sia la cronaca che sotto riportiamo del collega Massimo Luotto, che ci ha raccontato quanto accaduto alla 40ª edizione della ravennate Valli e Pinete (2 marzo), cui è dedicata la copertina di “Ruggenti over 40” di questo numero di marzo (nella foto il primo arrivo).
Ravenna – Va bene che il recupero degli anni ’70 è ormai un fatto di costume, fra musica, design e moda, ma che l’edizione storica di una podistica, un remake da affiancare al piatto forte, la 40ª Valli e Pinete, potesse avere così successo erano in pochi a crederci. E invece al via della 1975 Rewind si sono presentati 410 competitivi, un numero che molte gare agonistiche romagnole si sognano. Che sommati ai 620 che hanno preso il via nella classica maratonina fanno la bella cifra di 1.030 agonisti, terza piazza di sempre, parlando dell’era “moderna”, quella dei certificati medici, in Romagna dietro la 100 km del Passatore e la Maratona di Ravenna. Stupefacente il finale della 30 km, che si decide nel piazzale d’arrivo: il primo a entrare è il reggiano Zambelli, che ha fatto gara di testa col centista Bernabei. Ma nel catino entra a palla il cesenate Manolo Montevecchi, che dalla foga quasi cade, ma ritrova gli appoggi giusti e a 150 m dall’arrivo passa in tromba il reggiano e vince. Di carattere la prova femminile dominata dalla slovena Aleksandra Fortin. Senza storia la 21 km, ipotecata già 200 m dopo il via da un drappello di marocchini, con Mohamed Hajjy che allunga nel finale per vincere su Benhamdane, compagno di fuga sin dai primi metri. Toccante la prova delle sorelle cesenati Facciani: Martina vince la 21 km, ma prima di festeggiare aspetta sull’arrivo la gemella Valentina, staccata un paio di chilometri prima. Un po’ imbarazzante l’incontro delle due gemelle, nel capannello dopo l’arrivo, con l’atleta che le ha accompagnate fino al 18° km. Lui è Davide Tirelli, ravennate, ex-azzurro di mezzofondo (27 maglie e un personale sui 1500 di 3’34”61, terzo italiano di sempre), ma loro non ne hanno mai sentito parlare. Comprensibile, all’epoca (era il ’92) avevano sette anni. (Massimo Luotto)