Due episodi ravvicinati, entrambi ai danni di podisti. A poco meno di 10 giorni di distanza Marco Zadra prima e Wladimir Molinari poi, hanno avuto un incontro ravvicinato con un orso durante il loro allenamento fra i boschi del Trentino. Tanta paura e ahimè anche qualche ferita non proprio trascurabile.
«Pensavo mi uccidesse» mormora Wladimir Molinari dal suo letto di ospedale, ferito ad un braccio, al tronco, privo di due denti e con il cuoio capelluto aperto da un morso. L’aggressione da parte dell’animale è avvenuta a Cadine, frazione a una decina di chilometri da Trento. Qui, nel pomeriggio di mercoledì Molinari, trailer 45enne, stava correndo insieme al suo cane. Subisce almeno dieci fra unghiate e morsi ad un braccio, al busto, al volto ed alla testa, ma riesce a far allontanare l’animale sbattendo un bastone a terra e urlando. Poi, aiutato da un ciclista della zona, riesce a scappare e viene soccorso e trasferito all’ospedale di Trento.
Stesso enorme spavento e qualche conseguenza in meno per Marco Zadra, 43 anni, che invece si è ritrovato il plantigrado sul suo cammino nei boschi che sovrastano Zambana Vecchia. Alla vista dell’animale l’uomo è istintivamente fuggito ma l’orso lo ha inseguito e solamente dopo una serie di cadute, urla e tentativi di allontanarlo il podista è riuscito a scappare e portare a casa la pelle nonostante un taglio da zampata e numerose escoriazioni. «Ho preso botte dappertutto – racconta Sono stati momenti di terrore puro».
Il consiglio, anche da parte degli uomini della Forestale è di essere molto prudenti quando si va a correre da soli in mezzo ai boschi perché, come abbiamo visto, è possibile in alcune zone imbattersi negli orsi che, spaventati possono reagire aggredendo l’uomo. Un campanellino che faccia rumore e che quindi segnali la nostra presenza sul sentiero potrebbe già essere una semplice ma efficace prevenzione a questo tipo di episodi.