Il trail running ha avuto un enorme incremento nel corso degli ultimi anni e sono sempre più gli sportivi che si cimentano nelle gare di corsa in natura. Proprio per questo motivo è necessario che lo sportivo sia messo al corrente dei potenziali rischi derivanti dalla pratica di questo tipo di corsa.
Una delle principali fonti di dati dedicati a questo argomento è fornita dall’organizzazione dell’Ultra Trail du Mont Blanc (Utmb), che in tanti anni di attività ha promosso una vasta attività di ricerca da parte di esperti nella materia della prevenzione.
Su Correre di febbraio Fulvio Massa tratta un argomento di grande interesse perché riguarda la tipologia degli infortuni muscolo scheletrici derivanti dalle gare di trail presentando il frutto della ricerca effettuata da Olivier Broglin & Grégoire Millet per conto della Universitè de Lausanne. I due ricercatori sono studiosi molto preparati nel campo della fisiologia e della medicina applicata all’esercizio fisico, autori di numerose pubblicazioni scientifiche.
L’oggetto della ricerca è di analizzare la casistica e la localizzazione degli infortuni tenendo anche conto della distanza della gara e considerando l’ipotesi che in funzione della distanza della gara si possano verificare situazioni differenti di infortunio. È teorizzabile che sulle lunghe distanze si possano verificare più situazioni di fatica organica generale e, per quanto riguarda gli infortuni, si potrebbe supporre che si possano verificare più eventi micro-traumatici e da usura nelle ultra distanze rispetto alle brevi distanze, dove invece è ipotizzabile una maggiore incidenza di infortuni traumatici dovuti alla maggiore velocità.
La localizzazione degli infortuni, suddivisa per macro-aree, è risultata essere la seguente:
• ginocchio 38%
• polpacci e tibia 36%
• piede 28%
• bacino e coscia 18%
• arti superiori e busto 8%