Thevenard, una vita all’aria aperta

Thevenard, una vita all’aria aperta

13 Marzo, 2016

Per gli amanti della statistica Xavier Thevenard ha un bel 100% all’Ultra Trail del Monte Bianco. Questo ragazzo francese originario della regione dello Jura, al confine con la Svizzera, ha compiuto 28 anni il 6 marzo scorso. Si divide tra gli sci di fondo di inverno e la corsa in estate e si definisce prima di tutto un grande appassionato di sport praticato in natura.

Xavier Thevenard è il protagonista dell’intervista che Luca Endrizzi ha realizzato per Correre e che potete leggere nel numero di marzo. Ci ha raccontato un po’ di sé, del suo metodo di allenamento (autogestito) e di molto altro. Eccone un breve assaggio.

Xavier ma lei non vive di corsa a piedi?

«Assolutamente no. Faccio parte del Team Asics che mi supporta in tutto e per tutto, ma ho scelto di mantenere il mio lavoro. Nel 2013 quando ho vinto il primo Utmb lavoravo 35 ore a settimana, un tempo pieno insomma. Ora invece ho deciso di lavorare durante la stagione invernale e di consacrarmi al trail in quella estiva. Mi alzo comunque alle 5 del mattino per correre un paio d’ore e la seconda seduta la faccio la sera, quando rientro a casa. Ci vuole giusto un po’ di volontà.»

Cosa le piace di più nel trail?

«La possibilità di praticare un’attività sportiva nella natura. Quando non farò più delle gare, e penso tutti i giorni al futuro, continuerò a fare sport per conto mio. Mi piacciono le sfide personali, fin da ragazzini con mio fratello guardavamo le carte, decidevamo dove andare, ci facevamo il nostro film in testa e partivamo di corsa a vedere come fosse il posto. Un giorno ho fatto la Transjurassienne, la granfondo più conosciuta in Francia. Gli organizzatori si sono inventati una corsa a piedi d’estate, più o meno sullo stesso percorso. Decisi quindi di partecipare a quest’ultima perché c’era una classifica combinata e mi ero piazzato bene nel fondo. È iniziato tutto così. L’anno successivo ho vinto la CCC (Courmayer Champex Chamonix), la 100 km. Era il 2010.»

Ha uno spirito da esploratore, no?

«No, non direi. Non ho mai fatto delle cose troppo lunghe. Fino a una ventina di ore di sforzo posso arrivare, poi non è più il mio campo. Mi piace lanciarmi delle sfide personali, ma non credo che farò l’esploratore in futuro. Con la mia ragazza abbiamo altri progetti!»

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