Piove, mamma mia come viene giù. Così più o meno tutti debbono avere pensato la mattina mentre stavano preparando gli “attrezzi” per la Stramilano numero 40. Una manifestazione che quest’anno non poteva godere dell’apporto della domenica ecologica, come un anno fa, ma tant’è, visto cosa Giove Pluvio faceva cadere dal cielo, il traffico automobilistico di Milano era veramente ridotto. La mezza maratona internazionale non prende il via da Piazza Duomo, il colpo di cannone viene dato in Piazza Castello, dopo aver udito il silenzio fuori ordinanza suonato da un trombettiere dell’esercito in onore di Pietro Mennea. Attimi di emozione e applausi scroscianti al grande velocista azzurro, scomparso improvvisamente qualche giorno fa. La corsa come nelle previsioni è una sorta di questione keniota, ma tra questi grandi interpreti del mezzofondo prolungato si è inserito anche il ventitreenne lecchese Ahmed El Mazoury. Il portacolori delle Fiamme Gialle ha colto un bellissimo terzo posto, alla spalle di Limo e di Chemosin. Il maltempo ha giocato un brutto scherzo a tutti e specie ai primi che intendevano scendere sotto il muro dei 60’. Niente da fare anche questa volta, il mitico record di Paul Tergat di 59”17, tra l’altro mai omologato, non è stato migliorato neppure quest’anno. Si è imposto dopo 21, 097 km Kiprop Limo, 20 anni, già terzo lo scorso anno, che ha inflitto un distacco di un certo interesse al connazionale Chemosin, che alla Roma-Ostia di inizio mese di marzo ha centrato successo e fermato i cronometri dopo 59”19. Bella la volata finale di El Mazoury, capace di arrivare quasi a ridosso di Chemosin. Tra le donne, la distanza tra le prime due era davvero esigua: Pauline Njeri Kahenya vince staccando di due secondi Hellen Jepkurgat, già prima due settimane or sono a Pratoni del Vivaro (Roma) ai societari di cross. Terza Emma Quaglia, reduce da un periodo di allenamenti in quota in Kenya, già consapevole di avere la possibilità di vestire la maglia azzurra per i Mondiali di Mosca del prossimo agosto, in maratona, naturalmente. Merita considerazione e rispetto Elena Romagnolo, quarta, in 1:13’13”, neofita della distanza come lo stesso El Mazoury. Milano sotto la pioggia cede il testimone fra due settimane alla Milano City Marathon, magari con il sole, in completa assenza di traffico. Uomini: 1. Limo (Kem) 1.01.49; 2. Chemosin (Ken) 1.03.36; 3. El Mazoury (FFGG) 1:03:37; 4. Ngugi (Ken) 1.04.43, 5. Mwangi (Ken) 1.04.43: 6. Ricatti (Aeronautica) 1.05.24, 7. Slimani (Atl. Casone) 1.05.24; 8. Gualdi (FFGG) 1.05.39. 9. Gargamelli (Sef Ancona) 1.06.14; 10 De Nard (FFGG) 1.06.24. Donne: 1. Kahenya (Ken) 1.11.19, 2. Jepkurgat (Running Futura) 1.11.21, 3. Quaglia (Cus Ge) 1.13.13: 4. Romagnolo (Esercito) 1.13.13, 5. Murigi (Ken) 1.13.59; 6 Maraoui (Esercito) 1.14.06; 7. Desco (Atl. Valtellina) 1.16.11, 8. Morano (Cus To) 1.16.42, 9. Fardell (Gbr) 1.17.46, 10. Abate (Bracco) 1.19.04.