Shura Kitata sulle orme di Gebrselassie, Kipchoge e Bekele

Shura Kitata sulle orme di Gebrselassie, Kipchoge e Bekele

19 Ottobre, 2020

Tola Shura Kitata è l’etiope che alla maratona di Londra ha tolto lo scettro all’attesissimo Eliud Kipchoge. Scopriamo qualcosa di più della sua storia.

Una famiglia numerosa alle spalle (tre fratelli e quattro sorelle) e un mito come Haile Gebrselassie a cui ispirarsi. Inizia così la favola di Tola Shura Kitata, l’etiope dominatore della Maratona di Londra 2020 che ha interrotto la lunga imbattibilità di Eliud Kipchoge.

“I miei genitori sono contadini e la mia casa dista circa 5 km da scuola – racconta Shura Kitata – Ero abituato a correre per andare a scuola. Partecipai ad alcune gare scolastiche e ne vinsi molte. I miei insegnanti mi incoraggiarono ad iscrivermi ad un club di atletica, ma agli esordi non ho mai pensato di avere una carriera in questo campo. Non avrei mai ritenuto possibile raggiungere grandi livelli. Mi piaceva studiare e volevo diventare dottore o pilota ma venivo da una famiglia povera e ho lasciato la scuola per aiutare la mia famiglia”.

Shura Kitata
Photo: Joe Toth for Virgin Money London Marathon

Shura Kitata debuttò sulla maratona con un terzo posto a Shanghai in 2h08’50” nel 2015. Due mesi più tardi si piazzò al secondo posto a Xiamen in 2h10’20.

Salì alla ribalta internazionale nel 2017 vincendo due importanti maratone internazionali a Roma in 2h07’30” (mancando di 12 secondi il primato del percorso detenuto da Benjamin Kiptoo) e a Francoforte in 2h05’50”. Nel 2018 il ventiquattrenne etiope si classificò secondo a Londra alle spalle di Eliud Kipchoge stabilendo il record personale di 2h04’49” e a New York in 2h06’01” a due secondi dal connazionale Lelisa Desisa. Nel 2019 concluse al quarto posto a Londra in 2h05’01” e si impose nella mezza maratona di Houston.

Shura Kitata si allena con il gruppo di atleti seguito dal coach etiope Haji Adilo, che negli ultimi anni ha guidato altri top runner alla vittoria alla Maratona di Roma come Firehiwot Dado (tre volte vincitrice nella Città Eterna dal 2009 al 2011) e Rahma Tusa (prima nel 2017 e 2018).

Adilo non ha potuto seguire Shura Kitata nella trasferta londinese

“Io e il mio allenatore avevamo fatto un tampone in Etiopia. Fino a quel giorno eravamo ancora insieme. Nei giorni successivi ci siamo sentiti al telefono ma non l’ho più visto. Quando Adilo non era presente all’aeroporto nel giorno della partenza per Londra, gli ho telefonato. Mi ha detto che aveva un problema in famiglia e che non poteva venire con me. Soltanto a Londra ho saputo che il tampone di Adilo era risultato positivo. Per fortuna sta bene. Gli auguro una pronta guarigione e lo ringrazio”, ha affermato Kitata.

L’amicizia con Bekele

In assenza di Adilo, Kitata ha potuto contare sui consigli di Kenenisa Bekele, che ha dovuto rinunciare alla Maratona di Londra alla vigilia della gara per un infortunio al polpaccio.

“Kenenisa si allena con me. Abbiamo corso nel parco un paio di giorni prima della gara, quando si è infortunato. Il primo consiglio che mi ha dato il mio amico Kenenisa è di non spingere troppo forte all’inizio come avevo fatto in altre maratone e di aspettare nel gruppo di testa fino agli ultimi chilometri. Mi ha suggerito di aspettare fino al 35 km e di iniziare a spingere negli ultimi 7 km a seconda delle sensazioni”.

Kitata ha fatto tesoro degli errori commessi in passato. Lo scorso anno gareggiò a Londra senza aver fatto colazione e ha terminato la gara svuotato di energie.

“Quest’anno ho mangiato porridge, una banana e del pane. Ciò che ho imparato nel 2020 mi ha dato la possibilità di prepararmi meglio per la gara di quest’anno”.

Shura Kitata sul rivale Eliud Kipchoge

Kitata ha battuto Eliud Kipchoge per la prima volta in carriera ma nutre molto rispetto per il fuoriclasse keniano.

“Eliud è la più grande personalità del nostro sport e il migliore atleta della storia. Ha cambiato il mondo della corsa realizzando nella sua vita molto di più di quanto ha fatto la scienza. Ha corso la maratona sotto le due ore, quando la scienza diceva che era impossibile scendere sotto questa barriera. Ha portato lo sport ad un altro livello. E’ il mio idolo. Apprezzo molto quello che ha fatto ed è ancora il mio eroe. Eliud è nel mio cuore e gli ho detto che potremo correre insieme per tanti anni. Kipchoge è ancora il re della maratona, anche se è stato battuto. A Londra la sua prestazione è stata condizionata dal clima freddo. Non posso dire che nella prossima gara riuscirò a batterlo ancora. Torneremo sulla linea di partenza e vedremo come andrà a finire. Sono certo che tornerà a grandi livelli. L’anno prossimo ci saranno le Olimpiadi e sarà ancora l’uomo da battere”.

Shura Kitata e il sogno olimpico

Il prossimo obiettivo di Kitata è l’Olimpiade di Tokyo 2021, dove cercherà di interrompere la lunga astinenza dell’Etiopia che non vince l’oro olimpico nella maratona da Sydney 2000.

“Cercherò di regalare al mio paese la medaglia d’oro. Voglio che i miei figli possano avere un ricordo e dire che il loro padre ha vinto la medaglia alle Olimpiadi”, conclude Kitata.

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