Dalla Coppa Europa dei 10.000 m al bronzo in una tappa di Coppa del Mondo di triathlon. Senza dimenticare convocazioni in azzurro nella corsa in montagna, un argento continentale nel duathlon classico e la partecipazione agli ultimi Europei di cross. Ecco la poliedrica Sara Dossena, la donna-copertina del numero di febbraio di Correre con cui Francesca Grana ha fatto una lunga chiacchierata…
«Sara Dossena me la ricordavo agli Europei di cross di San Giorgio su Legnano, primo assolo di un giovane Lalli ancora crossista a tempo pieno, ultima comparsata in azzurro della sottoscritta. Era il 2006 e Sara Dossena era “quella più grande e più forte” con cui speravo di fare una foto. I selfie non esistevano ancora, ma non è certo l’unico cambiamento degli ultimi 10 anni».
Quando hai deciso di passare al triathlon?
«Ci sono approdata quasi per necessità, dal momento che quando ancora facevo atletica c’erano certi periodi in cui passavo più tempo in riabilitazione, nuotando e pedalando, che a correre. La “migrazione” al triathlon è iniziata nel 2011, ma all’epoca lavoravo ancora come commessa ed ero molto vincolata dai turni, non potevo permettermi di prenderlo seriamente. Da quando ho iniziato a fare sport, quello è stato l’unico periodo in cui, pur non potendo gareggiare, mi sentivo serena. È stato un periodo diverso, né migliore né peggiore, semplicemente inedito per me, che l’agonismo ce l’ho nel sangue. Poi però hanno iniziato ad arrivare i risultati e così ho deciso di assecondarmi, dedicandomi al triathlon a tempo pieno. No, non è più solo un “contentino” con cui consolarmi per aver lasciato l’atletica!».
Cosa rappresentava e cosa rappresenta per te la corsa?
«Adesso correre “e basta” mi sembra una passeggiata! Troppo facile, troppo corto, troppa poca tensione agonistica… o almeno è quello che credevo fino al giorno degli ultimi Europei di cross, quando tutta l’agitazione mi è piombata addosso con gli interessi! Quando facevo atletica vivevo gli infortuni come una tragedia, perché mi allontanavano da ciò che allora era il mio unico mondo. Vivevo le attività sostitutive, guarda caso proprio nuoto e ciclismo, come una medicina necessaria, ma non mi davano soddisfazione. Adesso le tre discipline fanno parte di un unico progetto, sono tutte sullo stesso piano».
Quanto tempo dedichi alla corsa?
«In media 4 sedute a settimana, per un totale di circa 60 km. In piscina ci vado 6 giorni su 7, nuotando sempre almeno per 2 ore. La mole degli allenamenti sui pedali dipende dal periodo dell’anno, ma solitamente è sempre più consistente rispetto alla corsa».
L’intervista completa a Sara Dossena su Correre di febbraio dove pubblichiamo anche le tabelle di allenamento che ha seguito nell’ultimo mese prima degli Europei di cross.