Running e ciclismo: la maratona dei professionisti del pedale

Running e ciclismo: la maratona dei professionisti del pedale

09 Maggio, 2019
Ivan Basso e Davide Cassani (Foto: Colombo)

Riflettori accesi sui big delle due ruote. Da sabato 11 maggio (Bologna) a domenica 2 giugno (Verona), il 102° Giro d’Italia terrà gli appassionati incollati alla TV e lungo i 3.518,5 km delle 21 tappe. Una passione, quella per il ciclismo, che oggi, ormai, non è più così distante come un tempo da quella per il podismo. Prova ne sia l’esperienza fatta da alcuni tra i più famosi big del pedale sulla più classica delle distanze della corsa a piedi: la maratona.

Lo show di Armstrong a New York

La più nota di tutte queste esperienze resta quella dell’oggi innominabile Lance Armstrong, che nel 2006 corse la maratona di New York in 2:59’36” scortato dai bodyguard e seguito da una telecamera dedicata. Ricordava Andrea Schiavon sul numero di Correre di ottobre 2016 che “Il texano dagli occhi di ghiaccio è sbarcato nel pianeta maratona come una star, nel 2006, quando la confessione di fronte a Oprah Winfrey non era ancora in scaletta e la Nike gli metteva a disposizione Alberto Salazar (il coach di Mo Farah e Galen Rupp) per debuttare a New York. Del resto Armstrong, con il suo passato da triathleta, non era certo un principiante in fatto di corsa, senza contare che a fargli da pacer in quell’esordio sulle 26,2 miglia c’erano due campioni olimpici come Joan Benoit (vincitrice della prima maratona olimpica femminile, Los Angeles 1984) e Hicham El Guerrouj (doppio oro ad Atene 2004, 1.500 e 5.000 m). Risultato? Voleva finire sotto le 3 ore e fece 2:59’36”. Da agonista senza freni, non si è fermato lì: quasi 13 minuti di miglioramento l’anno seguente (2:46’43”), ripresentandosi sul ponte di Verrazano, per poi concedersi una partecipazione alla maratona più antica, a Boston (2:50’58” nel 2008).”

Fatiche da dopo carriera

Di solito, però, i “Pro” della bici tendono a infilare le scarpette da running a fine carriera o nel limbo delle ultime stagioni sui pedali. È stato così, ad esempio, per Laurent Jalabert, che dopo un titolo mondiale a cronometro e vittorie care agli italiani come quelle nella Milano-Sanremo e nel Giro di Lombardia, nel 2007 chiuse i 42,195 km a Barcellona in 2:45’52”. Un anno prima, lo spagnolo bi-campione mondiale (prova in linea e a cronometro), Abraham Olano, aveva fermato il cronometro a 2:39’19” nella maratona iberica di San Sebastian. Più lento, ma pur sempre autore di un più che apprezzabile 3:19’27” alla London marathon, risultò il recordman dell’ora, Chris Boardman. Ma le finalità della partecipazione del britannico campione olimpico di Barcellona (inseguimento) erano diverse da quelle dei colleghi. Ricorda ancora Schiavon: “L’uomo che si è spinto oltre Eddy Merckx, pedalando per 49,441 km, nel 2009 ha portato i suoi 40 anni (quasi 41) a spasso per Londra con lo scopo di raccogliere fondi a favore della National Autistic Society. Nessuna fretta di arrivare al traguardo e un pizzico di autoironia, come la scommessa fatta con Chris Hoy: il campione olimpico della pista si è impegnato a donare a Boardman una sterlina per ogni volta che, durante la maratona, qualche spettatore gli avesse gridato: “Dove hai lasciato la bicicletta?”

Jalabert si sarebbe poi tolto soddisfazioni anche da triatleta: in occasione dell’Ironman di Kona (Isole Hawaii, USA) ha coperto la conclusiva frazione di maratona in 3:11’.

Più brillanti le seconde linee

Quando si tirano le somme di questa carrellata di ciclisti-maratoneti, si scopre che i tempi migliori appartengono a professionisti di seconda schiera. Leonardo Calzavara aveva chiuso le proprie tre stagioni tra i Pro con pochi piazzamenti e nessuna vittoria. Ebbene, alla Venicemarathon del 2007 si è classificato undicesimo assoluto e secondo degli italiani in 2:26’26”. Giù il cappello! È lui il capofila della breve e provvisoria lista elaborata grazie ai contributi dello speaker Paolo Mutton e dello stesso Schiavon, e che trovate in fondo al testo. In questo ranking in evoluzione, l’unico altro ex-ciclista capace di rimanere sotto il limite delle 2:30’ è lo spagnolo Daniel Atienza, che nel 2014, a Zurigo, ha concluso la maratona in 2:29’27”.

Il “passator Cassani”

Chi, invece, è andato oltre, facendo della maratona e della corsa in generale una vera e propria passione, è l’attuale Cittì della nazionale di ciclismo, Davide Cassani (nella foto con Ivan Basso): maratoneta dal 2002, vanta un personale di 2:45’25” ottenuto alla Pisa marathon del 2013.

Non pago di questa dimestichezza con i 42 chilometri, nel 2015 ha portato a termine la 100 km del Passatore, da Firenze alla sua Faenza. Tempo finale: 9:28’12”. «Per fortuna che il traguardo era molto vicino a casa mia – ha poi commentato l’ex ciclista faentino, che ha ammesso: – ho partecipato a 12 Giri d’Italia, 9 Tour de France e 9 campionati del mondo, ma raramente ho sentito dentro di me il senso di fatica che mi ha assalito negli ultimi 20 km del “Passatore”.» 

Ecco i migliori ciclisti-maratoneti

Leonardo Calzavara 2:26:26 Venezia 2007

Daniel Atienza 2:29’27 Zurigo 2014

Abraham Olano 2:39:19 S.Sebastian 2006

Paolo Lanfranchi 2:39:52 Brescia 2015

Rolf Aldag 2:42:54 Amburgo 2006

Davide Cassani 2:45:25 Pisa 2013

Laurent Jalabert 2:45:52 Barcellona 2007

Lance Armstrong 2:46:43 New York 2007

Paolo Valoti 2:55:45 Firenze 2016

Chris Boardman 3:19:27 Londra 2009

Ivan Basso 3:19:43 Venezia 2016 

Paolo Bettini 4:04:59 R. Emilia 2011

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