Meno stress con le ripetute in progressione

Meno stress con le ripetute in progressione

Le ripetute in progressione sono sedute intervallate che permettono di gestire con efficacia il raggiungimento della soglia anaerobica evitando le sensazioni di disagio sia fisico che psicologico dovute allo sforzo.

Uno sforzo piuttosto fastidioso, avvertito dai podisti in allenamento e in gara riguarda l’accumulo di acido lattico nei muscoli. Questa situazione porta a un abbassamento del ph del sangue e quindi a un aumento del livello di acidità.

Un impegno di questo tipo che dura qualche decina di secondi può essere tollerato con un disagio moderato. Ma, se si deve continuare a correre per alcuni minuti, la situazione richiede anche un importante sforzo mentale. Per avanzare in uno stato fisico sfavorevole senza che ci sia un significativo calo di rendimento si deve ricorrere infatti alla propria forza di volontà.

Per i corridori impegnati nelle corse di resistenza l’intensità dello sforzo che innesca l’accumulo di acido lattico è quella corrispondente alla nota soglia anaerobica, velocità che può essere mantenuta per 40-50’, o anche qualcosa in più se il podista ha sviluppato bene la capacità aerobica (ovvero la tenuta ad andatura sostenuta).

Gran parte degli amatori ha spesso a che fare con questo importante aspetto fisiologico in occasione delle gare domenicali di 10-15 km. Per allenarsi a gestirlo al meglio, è necessario anche un adeguato approccio tecnico in allenamento.

È noto che gli adattamenti ideali del corpo per un particolare livello di intensità siano sollecitati dallo sforzo specifico che si deve sostenere. Quindi, un podista che ad esempio vuole completare i 10 km in 40’ durante la preparazione deve abituarsi a correre a 4’/km; altrettanto efficaci sono anche i ritmi leggermente più veloci (3’55”/km) e più rallentati (4’05”/km).

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