Lungi dall’essere un organismo vivente a sé stante, l’essere umano vive in simbiosi con miliardi di batteri e altri microrganismi. La densità massima di questa popolazione si verifica nel tratto intestinale, dove si stima che vivano 100 miliardi di microrganismi, che costituiscono nel loro insieme la flora intestinale, oggi meglio nota come microbiota intestinale.
Il numero di cellule microbiche che albergano nell’intestino supera di 10 volte quello delle cellule che compongono l’intero corpo umano. I geni, 150 volte più numerosi rispetto a quelli presenti nella totalità del nostro organismo, consentono alle cellule dell’intestino di svolgere un’enorme attività metabolica. La parte finale dell’apparato digerente contiene migliaia di miliardi di batteri che vivono in simbiosi e comprendere il rapporto tra ciò che mangiamo, i livelli di attività fisica e la ricchezza dei microbiota è essenziale per mantenersi in buona salute.
Attraverso uno studio condotto presso l’Università di Cork, in Irlanda – ne parliamo su Correre di settembre – rivela come l’esercizio fisico rappresenti un fattore chiave nel rapporto tra microbiota, immunità e metabolismo, e la dieta svolge un ruolo importante in questo senso. Il movimento rappresenta per l’uomo il principale segnale di attivazione metabolica ma anche un modo per aumentare la biodiversità del nostro microbiota.