Progetto 5.30 Scuola: pronti? Si parte!

Progetto 5.30 Scuola: pronti? Si parte!

27 Febbraio, 2015

Metti un pomeriggio d’inverno che sa già di primavera. Metti una ventina di ragazze a cavallo dei 18 anni, la loro energia e il loro strano cocktail di allegria e insicurezza. Metti un prof di educazione fisica, Roberto, che con le studentesse è allo stesso tempo padre e fratello maggiore; una nutrizionista, Sabrina, innamorata come pochi del proprio lavoro; ed Elisa, laureanda in biologia e trait d’union tra “noi” e “loro”. Mettici poi una bolognese in trasferta per Correre, sguardo vigile e divertito sull’intera, incontenibile combriccola.

Siamo tornati all’Istituto Cattaneo Deledda di Modena per il secondo incontro del progetto 5.30 Scuola, incentrato sulla sensibilizzane ai temi della corretta alimentazione e stile di vita sano, con l’obiettivo finale della partecipazione alla tappa modenese del tour 5.30. Incontro dedicato alla misurazione preliminare di peso, altezza e percentuale di grasso corporeo delle studentesse aderenti al programma. Studentesse sinora sedentarie, protagoniste di una vita fatta di divano, compiti, spuntini sregolati, boccate d’aria con amiche o fidanzati… e poi ancora divano.

Abbiamo raccolto i diari alimentari compilati dalle ragazze nel corso della settimana, tra l’imbarazzo di mettersi a nudo (metaforicamente molto più che fisicamente) davanti a tre estranee sicuramente considerate agée e il muro della diffidenza che, allo stesso tempo, vedevo sgretolarsi sotto i miei occhi. Merito del buon umore irradiato da Sabrina, dalla tranquillità trasmessa da Roberto e dall’apertura d’animo tipica di quell’età di transizione, soprattutto se ti assicurano che “di loro puoi fidarti”. Bei tempi.

Perché hai voluto partecipare al progetto?

«Sono qui per migliorare il mio aspetto fisico e occuparmi del mio benessere, perché so di non mangiare in modo molto salutare e che questo non va bene» è la risposta più gettonata ai motivi di adesione al progetto 5.30 Scuola.

Scarsa autostima e pigrizia radicata, questi i concetti emersi con più frequenza dalle dichiarazioni delle ragazze. «Non praticando sport, mi sento pigra e senza voglia di fare nulla. Ho aderito per migliorare la mia autostima: spero di scoprirmi una persona motivata e con delle capacità. Vorrei avere un fisico più tonico e riuscire a correre tutti i giorni» confessano.

«Solitamente sono molto pigra e ho voluto provare ad affrontare qualcosa di diverso rispetto allo stare sul divano. Mi aspetto di fare progressi… ma anche di divertirmi», questo è lo spirito giusto!

Ci sono poi però anche le risposte che non ti aspetti, che ti riportano indietro a quando anche tu avevi la loro età e a interrogarti se pure tu eri così profonda, così consapevole, così insoddisfatta. Così forte, al punto di affrontare pubblicamente la situazione e provare a uscire da quel circolo (apparentemente) chiuso di disagio, autocommiserazione, sfogo, e di nuovo disagio.

«Ho deciso di aderire al progetto per imparare ad affrontare le cose, assumendomi un impegno e portandolo fino alla fine. Vorrei trovare il coraggio di cambiare le mie abitudini». Davvero a confessarlo è stata una ragazza appena maggiorenne?

«Sono sempre stata abbastanza sportiva ma ultimamente, un po’ per pigrizia e un po’ per avere più tempo libero, avevo rallentato. Mi piacerebbe ritrovare un equilibrio. Amo il cibo e ho una dieta abbastanza varia, ma non resisto alle “schifezze”. Vorrei sapere cosa è più giusto mangiare in base alle mie caratteristiche e riscoprire il piacere dell’attività fisica», un’onestà e un’elaborazione a cui io ammetto di essere arrivata con dieci anni di ritardo, complimenti.

«Abbiamo accettato di aderire al progetto perché ci sono stati messi a disposizione degli esperti che possono aiutarci a migliorare le nostre abitudini alimentari, sportive ed emotive. Ci aspettiamo un cambiamento fisico, ma soprattutto mentale. Vogliamo migliorare la nostra quotidianità, abbattere le nostre insicurezze. Alla fine di questo percorso, vorremmo aver imparato a stare bene con noi stesse».

E la nostra sfida, ragazze, sarà proprio quella di essere all’altezza delle vostre aspettative. È una responsabilità enorme, sarà un viaggio ben più lungo dei tre mesi che ci separano dalla 5.30 di Modena, fissata per il 5 giugno. Ma sarà un viaggio che faremo insieme e, ne siamo sicuri, a crescere e imparare non sarete soltanto voi.