Migliorare anche da stanchi

Migliorare anche da stanchi

Ti senti stanco? O sei affaticato? Stanchezza e fatica all’apparenza sembrerebbero sinonimi, invece causano alterazioni fisiologiche e risposte del sistema nervoso molto diverse. La differenza è sostanziale, non tanto in termini lessicali bensì (neuro) fisiologici. Imparare a distinguerle è importante per riuscire a correre con più efficienza. Di seguito un’anticipazione dell’approfondimento di Orlando Pizzolato pubblicato su Correre di ottobre.

Ci si stanca a correre a lungo ma ci si stanca anche a stare seduti: la stessa parola viene utilizzata per evidenziare la medesima situazione, nonostante le cause siano antitetiche. Correndo a lungo si stancano i muscoli, stando seduti a lungo ci si stanca per la posizione passiva e la monotonia della situazione.
La fatica è invece una situazione molto differente per il corpo, poiché determina delle variazioni dello stato di equilibrio (omeostasi) che portano ad alterazioni fisiche distruttive e quindi mal tollerate a livelli elevati dal sistema nervoso centrale.

Proviamo a semplificare: la fatica è una sensazione molto più intensa della stanchezza, ma con l’allenamento si possono apportare variazioni significative dei fattori che innalzano la sua sopportazione. Anche nel secondo caso, con riferimento alla stanchezza, si può migliorare, ma si tratta di un intervento più psicologico che fisico, sebbene la psiche abbia una forte rilevanza sul corpo.

In risposta a situazioni di stanchezza, il sistema nervoso reagisce con il rifiuto mentale nell’accettare situazioni di disagio, come mal di gambe o alle articolazioni.
Alla fatica, invece, il sistema nervoso risponde con una riduzione della capacità lavorativa dei muscoli, quasi sempre limitando la quantità di fibre muscolari che concorrono a produrre energia e movimento.

Il semplice mal di gambe non è un elemento sufficiente per dirsi affaticati, anche se moltissimi podisti amatori fanno riferimento a questa sensazione definendola “stanchezza” e ritenendola sufficiente per terminare uno stimolo allenante. A volte è così, ma la fatica può essere “aggirata” continuando l’allenamento con stimoli differenti rispetto a quanto svolto in precedenza, per esempio concentrandosi sulla tecnica di corsa e su un assetto più efficiente.

Risulta quindi importante riuscire a distinguere il mal di gambe indotto dalla fatica dal mal di gambe determinato dalla stanchezza. L’incapacità di saper fare fatica in allenamento è un limite che rischia di inficiare il vostro risultato in gara.